Siamo nati fiduciosi. Questa disponibilità a mettersi nelle mani degli altri viene naturale. I genitori, nel tempo, hanno il compito di insegnare ai figli che non ci si può fidare di tutti, che ci sono dei rischi e che è meglio essere preparati ad affrontarli. Questa esperienza della prima infanziaL'impatto di una gravidanza, vissuto a partire dalla gestazione, spesso dura tutta la vita.
Oggi si parla molto della crisi di fiducia. Le persone non si fidano dei loro vicini, dei politici e delle istituzioni. Forse i pensatori del sospetto hanno fatto alla nostra società quello che si racconta di un padre che, per dare una lezione al figlio, gli chiese di salire su una sedia e di lasciarsi cadere all'indietro, che lo avrebbe sorretto. La lezione fu tanto chiara quanto dura; il padre non lo trattenne e dopo la botta gli disse: "affinché impariate che non ci si può fidare di nessuno"..
Per tornare ad avere fiducia, dobbiamo svelare questo inganno, cioè che non è vero che è bene vivere nella sfiducia. Per non trasformare questa situazione in un circolo vizioso, dobbiamo rivalutare l'interdipendenza umana.
Ricostruire i legami significa ricostruire la fiducia. Dobbiamo educare il nostro sguardo a non vedere secondi fini dove non ce ne sono, a scoprire negli altri qualcuno con cui condividiamo lo stesso percorso e ad abbassare le barriere per dimostrare che abbiamo bisogno degli altri.
La fiducia è l'ossigeno della vita sociale. Oggi è imperativo lavorare per rigenerarla. Oltre a impegnarci a essere degni di fiducia, dobbiamo abbassare le barriere che ci rendono diffidenti. Forse è arrivato il momento di scoprire che se siamo quel bambino che ha ricevuto una lezione di sfiducia, è possibile rialzarsi, ricostruire i legami, non perpetuare quelle situazioni e fidarsi di nuovo.
Consulente per la comunicazione.