Testamento biologico

Oggi le relazioni sociali sono diventate complicate, a volte troppo, dalla crisi di due aspetti molto importanti: la fedeltà e la fiducia.

8 agosto 2021-Tempo di lettura: 2 minuti

La fiducia reciproca e la fedeltà alla parola data hanno tradizionalmente sollevato i legislatori dal lavoro. La stretta di mano ha liberato le parti dal ricorso a giudici e avvocati, perché tutti hanno rispettato gli impegni senza ulteriori requisiti. Oggi le relazioni sociali sono state complicate, a volte troppo, dalla crisi di due aspetti molto importanti: la fedeltà e la fiducia.

D'altra parte, è spesso necessario specificare i truismi che sono emersi dal consenso politico-sociale, come alcuni aspetti relativi al diritto alla vita. In questo ambito, esiste la possibilità per i medici di invocare il diritto all'obiezione di coscienza come diritto fondamentale, ma c'è un passo ulteriore: il testamento biologico, un'iniziativa del paziente che chiede di evitare alcuni trattamenti che comportano la sua eliminazione. 

La Conferenza Episcopale Spagnola ha redatto una dichiarazione di direttive anticipate e direttive anticipate affinché, nel caso in cui ci trovassimo alla fine dei nostri giorni, si tenga conto dei nostri desideri riguardo all'applicazione dell'eutanasia. In questo documento si afferma che "se dovessi soffrire di una malattia grave e incurabile o di una condizione grave, cronica e invalidante o di qualsiasi altra situazione critica; che dovrei ricevere le cure di base e i trattamenti appropriati per alleviare il dolore e la sofferenza; che non dovrei ricevere alcuna forma di assistenza nel morire, sia essa l'eutanasia o il 'suicidio medicalmente assistito', né che il mio processo di morte dovrebbe essere irragionevolmente e irragionevolmente prolungato". In questo documento, la persona chiede anche di essere aiutata ad "assumere la propria morte in modo cristiano e umano, e a tal fine chiedo la presenza di un sacerdote cattolico e che mi vengano amministrati i relativi sacramenti". 

A volte le procedure per garantire che la nostra volontà sia rispettata nella questione che stiamo trattando sono macchinose e difficili da rispettare. Per questo motivo, la mia arcidiocesi di Mérida-Badajoz è in contatto con l'amministrazione regionale affinché le volontà della persona non siano solo registrate in un documento notarile, ma siano anche incluse nella storia clinica di ogni persona. In questo modo, quando sarà il momento di conoscere le volontà del paziente, non sarà necessario ricorrere a "carte" depositate in studi notarili o in luoghi non sempre accessibili in momenti così critici. Gli operatori sanitari li inseriscono nella cartella clinica del paziente che consultano per le cure mediche.

Poiché la cartella clinica è di proprietà del paziente, non è possibile sollevare alcuna obiezione. Questo sistema estende la libertà dell'individuo e libera gli operatori sanitari dal prendere decisioni difficili, obbligate dalla legge o da criteri estranei al paziente stesso. La questione può essere esportata nel resto del Paese, dato che le competenze in materia di salute sono state trasferite alle comunità autonome. Poiché si tratta di una questione di coscienza, non ci dovrebbero essere obiezioni a questo sistema, che non è contro nessuno ma a favore di tutti.

L'autoreCelso Morga

Arcivescovo della diocesi di Mérida Badajoz

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