"Tutti a conoscere lui, la potenza della sua risurrezione e la comunione delle sue sofferenze, morendo della sua stessa morte, nella speranza della risurrezione dai morti" (Fil 3,10-11). Questa affermazione di San Paolo nella sua lettera ai Filippesi L'apostolo lo scrive in un contesto polemico. Vuole mettere fortemente in guardia i suoi destinatari dai giudaizzanti per stabilire che l'unica salvezza viene dalla fede in Cristo Gesù. L'apostolo considera tutto una perdita rispetto a Cristo Gesù; egli - che poteva vantarsi di essere un discendente di Israele, in quanto appartenente alla tribù di Beniamino, l'ebreo degli ebrei - considera tutto come spazzatura per conquistare Cristo. Per conquistare Cristo, l'apostolo si concentra sul "sentire (in lui) la potenza della sua risurrezione".
La fede in Cristo ha come fine quello di conoscerlo (amarlo) e di sentire in Lui la potenza della sua risurrezione. Sentire in Lui la potenza della sua risurrezione è come il fine, la meta; ma questa meta non si raggiunge se non si ha "comunione alle sue sofferenze, conformandomi alla sua morte".
La resurrezione come obiettivo
La vita cristiana ha, logicamente, il suo centro e il suo asse in Cristo, nell'identificazione con Cristo. La prima predicazione cristiana al popolo ebraico, contenuta nel discorso di San Pietro e trasmessa dagli "Atti degli Apostoli", non presenta immediatamente il Verbo eterno, ma il Verbo incarnato, cioè Gesù, che essi hanno conosciuto, visto e con cui hanno avuto a che fare, che ha camminato per le loro strade e che hanno consegnato alla morte attraverso Pilato.
San Pietro sottolinea questo Gesù, questo "servo Gesù" che tuttavia è stato innalzato alla destra di Dio, cioè uguale a Dio, con la sua morte e risurrezione. Quando San Paolo afferma di perseguire "di sentire in lui la potenza della sua risurrezione" ci sta dicendo qual è l'obiettivo della nostra identificazione con le sofferenze del "servo Gesù". Questo obiettivo è la vita divina, la partecipazione alla vita e alla felicità di Dio. La potenza, la forza della sua risurrezione è quella di portarci per sempre nella vita e nella gioia di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Pertanto, tutto il resto è spazzatura. Gesù è il nostro unico Salvatore: "Non c'è salvezza in nessun altro. Non c'è infatti altro nome sotto il cielo dato agli uomini per mezzo del quale debbano essere salvati" (At 4,12). Buona Pasqua!!!