Traduzione dell'articolo in inglese
L'obiettivo di diverse dichiarazioni prodotte negli ultimi mesi sembra essere quello di contribuire a incanalare, orientare in modo diverso o riformulare gli obiettivi e i metodi del cosiddetto "Cammino sinodale" della Chiesa in Germania.
Qualche giorno fa, il cardinale Christoph Schönborn di Vienna, una figura molto rispettata e influente nella Chiesa dell'Europa centrale, ha tenuto una conferenza stampa sul tema. intervista alla rivista Communio in cui, partendo dai fondamenti teologici, affronta le basi teoriche che ispirano questo processo. Tra l'altro, sottolinea la "dimensione diacronica" della Chiesa, che non si reinventa in ogni epoca, perché è parte di un lungo processo storico, in cui in un certo senso dipende da ciò che ha ricevuto, e allo stesso tempo lo propone nel suo tempo e per il futuro. Schönborn afferma che "la Chiesa è un organismo vivente nel tempo (8...).
È la Chiesa di coloro che hanno creduto prima di noi e di coloro che crederanno dopo di noi. E non possiamo pretendere che la storia della fede della Chiesa, la storia della santità e naturalmente anche della peccaminosità dei membri della Chiesa nella considerazione diacronica, non esista". Egli allude anche a un elemento che definisce l'unità della Chiesa: la sua fedeltà al deposito della fede in cui essa stessa ha origine.
Pochi giorni prima di questa intervista, il teologo italiano Marco Vanzini aveva scritto in Omnes anche su questa dimensione. Per lui, è proprio per il suo carattere sinodale che la Chiesa segue un percorso in cui avanza ascoltando: in primo luogo, l'eredità che le è stata depositata; in secondo luogo, esercitando il necessario rinnovamento in ogni epoca. Se non ascoltasse le voci che la precedono, e allo stesso tempo le aggiornasse, la Chiesa correrebbe il rischio di ristagnare o di abbandonare "la via che è Cristo, per seguire false indicazioni".
Per Vanzini, "l'ascolto e il dialogo con la tradizione e nella tradizione" sono la garanzia di offrire al mondo non una soluzione della sapienza umana, ma un'incarnazione della parola divina. In questo senso, la sinodalità della Chiesa è soprattutto storica: i cristiani di oggi camminano con quelli di ieri e preparano la strada a quelli di domani. "Confidando nell'assistenza dello Spirito di verità, la Chiesa sa che la Tradizione è il luogo in cui Dio continua a parlarle, permettendole di offrire al mondo una dottrina sempre viva e attuale".
In occasione dell'assemblea plenaria dal 3 al 5 febbraio, il Cammino sinodale tedesco ha approvato per la prima volta una serie di proposte che chiedono di modificare il celibato sacerdotale, l'ordinazione delle donne, la formulazione della morale sessuale della Chiesa o la concezione della Chiesa come fondamento del potere. Dal punto di vista teologico sopra menzionato, la loro approvazione introdurrebbe una rottura nell'ascolto di ciò che è stato ricevuto e nella trasmissione fedele del deposito alle generazioni successive; questo, indipendentemente dalla motivazione che ispira i proponenti, che è il desiderio di affrontare le cause degli abusi sessuali, ma anche, per molti osservatori come lo stesso cardinale Schönborn, la "strumentalizzazione" degli abusi per introdurre riforme che appartengono a un'agenda separata.
Schönborn fa un esempio: "Quando alla terza assemblea sinodale in Germania si è votato sulla questione se si dovesse discutere della necessità stessa del ministero ordinato in futuro, e questa mozione ha ricevuto 95 voti a favore e 94 contrari, qualcosa è andato storto. Semplicemente. Perché una tale questione non può essere negoziata sinodalmente (...). Questa questione non è negoziabile (...) Immaginate un cammino sinodale senza il depositum fidei. Questa non è più sinodalità, è un altro modo, ma certamente non è sinodalità nel senso della Chiesa". Sulla vera natura della sinodalità, che ispira il processo del Sinodo dei Vescovi della Chiesa universale, potete leggere qui il testo integrale del Sinodo dei Vescovi della Chiesa universale. spiegazione di Luis Marínuno dei suoi sottosegretari.
Dopo l'assemblea plenaria di febbraio, si sono susseguiti i segnali rivolti alla Germania, invitando i promotori del Cammino sinodale a riconsiderare il loro approccio. Dalla Conferenza della Vescovi del Nord Europa La lettera era equilibrata e fraterna, ma anche inequivocabile. Il Presidente della Conferenza episcopale polacca ha scritto anche al Presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing, spiegando perché trovava inaccettabili il metodo e gli obiettivi del Cammino sinodale. Lo stesso hanno fatto i vescovi francesi, americani e altri, individualmente o collettivamente. Ora è Schönborn, che appartiene al mondo linguistico e culturale germanico, a rendere pubblico il suo disaccordo.
Quasi contemporaneamente alla pubblicazione dell'intervista al cardinale austriaco, il 14 giugno, La civiltà cattolica ha pubblicato un'intervista rilasciata dal Papa alle riviste gesuite d'Europa. Alla domanda sulla situazione in Germania, Francesco ricorda di aver fatto questo commento al presidente dei vescovi tedeschi: "In Germania c'è una Chiesa evangelica molto buona. Non ne servono due". In questa espressione e nella Lettera del Papa ai cattolici tedeschi entro giugno 2019 è quasi tutto detto e fatto.
All'interno della Germania erano ben note le posizioni di vari vescovi riluttanti o critici nei confronti del Cammino sinodale, come ad esempio il Il cardinale Rainer Woelkidi Colonia, e molti altri. Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbona, sta promuovendo una sito web con riflessioni e testi alternativi a quelli utilizzati dal Cammino Sinodale. Anche lo stimato teologo e cardinale Walter Kasper ha dichiarato il suo scetticismo. E vari gruppi di fedeli, soprattutto laici, si sono organizzati per riportare il processo in carreggiata. Un esempio è l'iniziativa "Neuer Anfangche promuove un manifesto con proposte alternative di riforma. Questi movimenti non agiscono alla maniera di chi cerca lo scontro o la rottura, ma piuttosto l'incontro e il dialogo su una seria base teologica. Questo è lo sforzo di persone come il filosofo e vincitore del Premio Ratzinger 2021. Hannah-Barbara Gerl-Falkovitz, che ha parlato a Madrid in occasione di un incontro del nostro Forum Omnes.
È difficile sapere come si svilupperanno le cose, ma non sembra possibile ora fare a meno dei riferimenti che segnano questi segnali alla Germania: forse indicano gli indizi per il riorientamento del Cammino sinodale.