C'è un motivo per ringraziare?

Strutturalmente, socialmente e globalmente parlando, è forse più difficile per noi oggi trovare ragioni per essere grati, ragioni che, allo stesso tempo, sono ragioni per continuare a vivere e a sperare.

21 novembre 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
Ringraziamento

(Unsplash / Pro Church Media)

Giovedì prossimo, 23 novembre, celebreremo la festa più importante degli Stati Uniti: il Giorno del Ringraziamento. È, come indica il nome, il giorno in cui ringraziare, rendere grazie, ricordare e riconoscere le ragioni che motivano e giustificano la celebrazione del "ringraziamento" personale, familiare, sociale e nazionale.

Come tante altre date e celebrazioni della vita, la società materialista, mercantilista e consumista ha svuotato di significato e contenuto le date importanti per la nostra società e per il mondo. Tutto sembra ridursi al gioco commerciale della domanda e dell'offerta. Festeggiamo senza sapere cosa stiamo festeggiando. In questo caso, festeggiamo senza scoprire le ragioni per essere grati o, se le conosciamo, non siamo grati.

Ringraziamenti

La gratitudine è una dimensione essenziale della vita umana. La gratitudine nasce dalla possibilità di scoprire la gratuità della vita. La gratitudine nasce dalla possibilità di scoprire i doni e i regali che tutti riceviamo e abbiamo nella vita e che non possono essere comprati o venduti. La scoperta di ciò che è gratuito rende possibile la gratitudine e la gratitudine rende possibile la gioia e un'esistenza felice per tutti.

Solo chi è grato è felice. E grata è la persona che scopre nella vita quotidiana dei doni, dei motivi per ringraziare. E ci sono molti motivi per ringraziare. Alcune perché ci rendono felici, ci fanno piacere, ci fanno bene, altre perché ci insegnano la solidarietà, la tolleranza, l'accettazione, la comprensione, il perdono, ecc.

Questa festa, che è una data e una celebrazione nazionale, ci chiede di uscire dai nostri piccoli interessi, dalle nostre piccole gioie individuali, per poterci sentire parte della società, della nazione e dell'intera comunità umana. In questo modo, possiamo chiederci per cosa dobbiamo essere grati, non solo come esseri umani ma anche come cittadini di questa nazione e del mondo.

Il mondo di oggi

Se è vero che individualmente e come famiglia troveremo sempre motivi per ringraziare, a livello strutturale, sociale e globale è forse più difficile per noi oggi trovare motivi per ringraziare, motivi che, allo stesso tempo, sono motivi per continuare a vivere e a sperare....

In questa congiuntura storica e sociale, politica ed economica, a livello nazionale e globale, mi chiedo, ad esempio, se possiamo ringraziare di fronte al terrorismo, di fronte alle guerre (soprattutto quelle di Russia-Ucraina e Ucraina) e di fronte alle guerre in Medio Oriente. IsraelePalestina), alla sete di vendetta, all'ingiustizia e alla violenza, alla crudeltà umana e a tante forme di morte.

Perché ringraziare ignorando la gravità dell'attuale congiuntura storica in cui siamo tutti immersi a livello globale e che ha un impatto su tutti noi in molti modi, significherebbe peccare di superficialità e frivolezza.

È valido ringraziare oggi?

Mi chiedo se una celebrazione di ringraziamento sia valida in mezzo a folle di fratelli e sorelle che vivono in condizioni disumane e indegne.

Mi chiedo quale sia la verità, il valore e il significato del ringraziamento in una nazione e in un mondo che soffre di divisioni, disuguaglianze, intolleranza e discriminazioni di ogni tipo.

È possibile ringraziare di fronte alla sofferenza di tanti che devono lasciare le loro case, le loro terre, le loro famiglie, la loro patria e sottostare all'inclemenza delle migrazioni in cui tutto è a rischio e quasi sempre tutto è perduto, anche la vita stessa?

È possibile ringraziare in società con milioni di uomini e donne che vivono nell'abbandono e nella solitudine?

È valido ringraziare in un mondo in cui il servizio pubblico, in posizioni politiche e governative, è diventato un'opportunità per l'arricchimento illecito, la corruzione e il disprezzo per i cittadini? benessere comune?

Mi chiedo: che senso ha ringraziare in un mondo in cui minoranze privilegiate vivono nell'agio e nello spreco, mentre milioni di esseri umani sono condannati a morte prima di nascere, condannati alla povertà e alla fame, innocenti condannati a una vita indegna per mancanza di opportunità sociali? Che senso ha ringraziare in un mondo in cui milioni di caduti soffrono la nostra indifferenza e la nostra mancanza di compassione? 

Qual è il significato della nostra celebrazione di ringraziamento in mezzo a folle di giovani che cercano, disorientati, il loro posto nella società e nel mondo, con famiglie distrutte e vite perse per mancanza di valori, in mezzo a vizi e vanità?

Un senso di ringraziamento

Ci sono molti altri volti di uomini e donne concreti che soffrono e chiedono una possibilità sulla terra. Ci sono molte altre angosce e situazioni dolorose che nascono dalla mancanza di rispetto per la dignità dell'essere umano. 

Tutti questi volti, situazioni e domande dovrebbero risvegliare le nostre coscienze assopite, comode e indifferenti per interrogarci sul significato della nostra festa nazionale di ringraziamento. 

Ma, soprattutto, per motivarci, con l'impegno e lo sforzo di tutti, a costruire famiglie, storie personali e familiari, relazioni interpersonali e sociali, istituzioni e strutture che ci riempiano di speranza per un mondo migliore di quello in cui viviamo. 

L'attuale momento nazionale e globale richiede - come raramente nella storia - il risveglio della coscienza e la solidarietà attiva di tutti gli uomini e le donne della terra. 

È urgente costruire insieme una nazione e un mondo con motivi per ringraziare, per essere felici, per vivere con speranza. È urgente costruire una nazione in cui, un giorno all'anno e ogni giorno dell'anno, viviamo pieni di motivi per essere grati, per credere, per amare, per essere felici, per continuare a sperare...

L'autoreMario Paredes

Direttore esecutivo di SOMOS Community Care

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