La parodia dell'ultima cena che Paris 2024 ha offerto a milioni di spettatori in tutto il mondo ci dà l'opportunità di spiegare la più grande rivoluzione della storia, che non è stata quella francese, ma proprio quella di quell'ebreo e dei suoi 12 amici.
Alla cerimonia di apertura del Giochi Olimpicila culla dello sciovinismo ci ha dato una dimostrazione del suo orgoglio patriottico. Dopo tutto, l'organizzazione delle Olimpiadi è prima di tutto un'operazione di marketing per dimostrare il proprio potere a fini politici ed economici.
Orgogliosi della loro sanguinosa rivoluzione, compresa la decapitazione di Maria Antonietta, mostrarono al mondo i loro migliori trionfi e valori, tra cui quello della libertà di espressione senza limiti, compreso il diritto di mostrare quelle "scene di scherno e derisione del cristianesimo" che costrinsero i vescovi francesi a chiedere spiegazioni all'organizzazione.
Se ci rivolgiamo alla storia per illuminare questo evento, la prima immagine che ci viene in mente è un altro momento di scherno e derisione vissuto da Gesù stesso. È stato quando, dopo essere stato crocifisso, ha pregato: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno". Gli autori e gli interpreti dello spettacolo sapevano davvero quanto può essere doloroso per un credente questo tipo di derisione? Sapevano esattamente cosa significava la scena e chi stavano parodiando?
In Andalusia, dove vivo, una regione in cui la religiosità popolare radicata è un freno tremendo alla secolarizzazione, poche persone sotto i 30 anni saprebbero distinguere San Pietro da San Paolo, e molte migliaia credono che Maria Maddalena fosse la compagna di Gesù e che la Santa Trinità sia un'invocazione mariana. Davvero, ho le prove. Negli ultimi anni l'ignoranza religiosa ha raggiunto limiti insospettabili.
Non mi succhio le dita per credere che nessuno sapesse che la scena era destinata a provocare e scandalizzare, che è l'essenza dell'estetica drag, ma i soldati romani che stavano crocifiggendo Cristo non sapevano anche loro che stavano commettendo un'ingiustizia? Eppure Gesù intercedeva per loro presso il Padre.
Sono molti i fattori che spingono gli uomini a commettere il male, e coloro che lo fanno spesso non sono altro che pedine al servizio del prefetto, del re, della repubblica o del gruppo di pressione del momento, che ha cambiato nome. Prima di tutto, quindi, vorrei rivolgere una preghiera agli autori e agli interpreti, perché "non sanno quello che fanno".
Il secondo momento evangelico che mi interpella è quello in cui il Maestro dice: "Avete sentito che fu detto: "Occhio per occhio, dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi a chi vi fa un torto. Anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, porgigli anche l'altra". Lo schiaffo sulla guancia destra è quello che si dà con il dorso della mano in segno di disprezzo, per non macchiare anche il palmo con il volto dell'altro.
La prima reazione che viene in mente a tutti noi quando siamo oggetto di un'ingiustizia, di una presa in giro, è quella di restituire non solo l'occhio per occhio (che di per sé era un progresso morale ai suoi tempi), ma lo stesso danno moltiplicato per almeno due o tre. Ed è qui che entra in gioco la più grande rivoluzione della storia, quella che Cristo ha introdotto scommettendo sull'amore per il nemico, sul porgere l'altra guancia, sul restituire il bene per il male.
A questo proposito, Benedetto XVI ha riflettuto: "L'amore per i nemici è il cuore della "rivoluzione cristiana", una rivoluzione che non si basa su strategie di potere economico, politico o mediatico. È la rivoluzione dell'amore, un amore che in ultima analisi non si basa su risorse umane, ma è dono di Dio, ottenuto confidando unicamente e senza riserve nella sua bontà misericordiosa. È la novità del Vangelo, che cambia silenziosamente il mondo. Questo è l'eroismo dei "piccoli", che credono nell'amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita".
Che la Chiesa sia sempre più piccola, più lontana dal potere, meno offesa da se stessa e più offesa dagli affronti alla dignità dei suoi fratelli; una comunità di piccoli pronti a evangelizzare senza limiti, ad amare senza paura degli affronti, a essere testimoni fino al martirio, come quegli apostoli ora parodiati.
E, per concludere la mia riflessione evangelica sulla controversia olimpica, un'altra frase della Passione di Gesù. Una frase che riassume ciò che i vescovi gallici volevano dire e che la maggior parte dei cristiani e delle persone di buona volontà che credono nella verità, nella democrazia, nel rispetto, nel dialogo e nella tolleranza condividono. È quella pronunciata da Cristo nella casa di Anna. Mentre rendeva la sua testimonianza e, dopo aver ricevuto uno schiaffo dal quale non poteva nemmeno proteggersi perché era legato, disse al suo assalitore (e lo ripete oggi nella città della Bastiglia): "Se ho omesso di parlare, mostra ciò che ho omesso di dire; ma se ho parlato come dovevo, perché mi colpisci?
Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.