TribunaPaul Graas

Non si può diventare santi. Ma Dio può farlo. E vuole

Non si può diventare santi, ma Dio può farlo e lo farà. Partendo dall'amore incondizionato di Dio, tutti noi possiamo veramente aspirare alla santità, che non è altro che lasciarsi amare da Lui, permettendo a Lui di trasformare la nostra vita.

8 novembre 2024-Tempo di lettura: 3 minuti
Santo

La mia generazione (la millennials) è stato educato con l'idea che si può fare tutto ciò che si vuole nella vita, purché ci si metta tutto il cuore e tutti gli sforzi. Volete diventare una stella del calcio, il presidente del vostro Paese o sradicare la povertà? Seguite la vostra passione e ce la farete! Inutile dire quante delusioni abbia portato questa idea.

Nella Chiesa rischiamo di trasmettere un messaggio simile. "Se lo vuoi, puoi diventare un santo. Dipende da te, dai tuoi sforzi e dalle tue decisioni, dalle virtù che ti forgerai. Mettici la volontà e vedrai".

Non nego che essere santi richieda sforzo, volontà e virtù. Anzi, sono indispensabili. Ma quando il cammino verso la santità viene trasmesso in questo modo, è facile cadere in errori come l'individualismo, la meritocrazia e il volontarismo. "Se non riesco a realizzare ciò che mi sono prefissato, è colpa mia, perché in fondo il mio destino è nelle mie mani. La mia felicità e il mio successo dipendono da me, dalle mie decisioni e dai miei sforzi.

Queste convinzioni possono fare molto male, perché prima o poi ci si trova di fronte a fallimenti, limiti e peccati. E se non si ha l'atteggiamento giusto, questo danneggia l'intimità e l'autostima, il che porta facilmente alla mediocrità basata sulla mancanza di speranza.

Non si può diventare santi. Ma ecco che arriva la verità più incredibile della vostra vita: Dio può. E lo vuole. Desidera con tutto il cuore che tu sia santo. E ti conosce meglio di quanto tu conosca te stesso. Sa esattamente quali limiti avete e il bagaglio che vi portate dietro dai vostri peccati e da quelli dei vostri antenati. E tutto questo non rappresenta un problema per Dio. Perché la santità non è tanto ciò che faccio, ma ciò che lascio fare a Dio nella mia vita. La santità è lasciare che Dio vi ami incondizionatamente. 

Questa verità ha un'implicazione radicale: Dio può rendere sante tutte le persone. Anche coloro che si sentono deboli, feriti e sporchi. Proprio loro. Quando si scopre la propria inadeguatezza, si può dire con Santa Teresa di Gesù Bambino: "Dio non può ispirare desideri irrealizzabili; perciò, nonostante la mia piccolezza, posso aspirare alla santità".

Credo che la più grande malattia della società sia l'individualismo. La santità è esattamente il contrario, perché è essenzialmente relazionale, come la natura dell'uomo. Non posso avanzare di un passo nella santità e, quindi, non posso dare una goccia d'amore al mio prossimo, se non viene dall'amore incondizionato di Dio. Come ha detto Josef Pieper: "Chi non è amato non può amare nemmeno se stesso". Un santo è innamorato della sua vita, perché Dio è innamorato della sua vita. Accoglie l'abbraccio di Dio, perché ha imparato gradualmente a non resistere a quell'abbraccio divino e a lasciarsi trasformare da esso. 

Questa trasformazione non passa inosservata, proprio perché si percepisce tutto ciò che l'uomo non è in grado di fare da solo. L'esempio più bello è il Magnificat della Vergine. Quando Maria entra nella casa di Zaccaria ed Elisabetta, si sente la presenza di Cristo e non può fare altro che lodare Dio, "Perché l'Onnipotente ha fatto grandi cose in me".

Le vite di santi moderni, come Carlo Acutis e Guadalupe Ortiz, e di altri giovani morti in odore di santità, come Chiara Crockett, Pedro Ballester o Chiara Corbella, sono versioni moderne del Magnificat. Sono storie di come Cristo ha gradualmente trasformato le vite di persone ordinarie, vulnerabili e peccatrici in canti di lode a Dio, ognuno in modo unico e speciale.

Credo che nel mondo di oggi ci siano tre virtù di vitale importanza per aiutare le persone a lasciarsi trasformare da Dio: umiltà, speranza e pazienza. 

Attraverso l'umiltà siamo in grado di scoprire la nostra identità più profonda: siamo figli di un Padre che ci ama incondizionatamente. 

La speranza è la ferma convinzione che Dio non abbandona mai il suo progetto di santità con una persona, per quanto grandi siano gli errori e i peccati commessi.

Grazie alla pazienza non perdiamo la gioia e la pace interiore quando ci troviamo di fronte a battute d'arresto, limiti ed errori, sapendo che lo Spirito Santo è nella nostra anima in stato di grazia.

Uno dei messaggi più importanti del Concilio Vaticano II è che tutti gli uomini sono chiamati alla santità. Mezzo secolo dopo, resta ancora molto da fare per far passare questo messaggio e per far sì che la gente ci creda. Immaginate se tutti i fedeli fossero convinti di poter essere davvero santi. Sarebbe una vera rivoluzione; una magnificat che illuminerebbe il mondo intero.

L'autorePaul Graas

Autore di "Santità per perdenti

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