"Non c'è un percorso agevole dalla terra alle stelle".

I giovani, con tutto il loro potenziale e la loro energia, hanno bisogno di mentori, di guide, che li aiutino a navigare in questo complesso panorama.

29 agosto 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
Giovani

(Unsplash / Chang Duong)

Nel tardo pomeriggio, quando l'intensa calura estiva stava già scemando, mi sono imbattuta in un gruppo di ragazze, forse di 14 o 15 anni, che ballavano davanti a un cavalletto con un telefono. Stavano provando una semplice coreografia con il sottofondo di una canzone degli anni '90, ma a una velocità maggiore: uno "speed-up" di qualcosa di Alanis Morrisette. La composizione del gruppo e lo spirito con cui hanno affrontato la sfida per Tiktok sono stati encomiabili. E hanno chiaramente messo in pratica il consiglio di Seneca: "Non c'è strada liscia dalla terra alle stelle" ("Hercules furens").
Da sempre, ogni generazione ha affrontato sfide uniche che definiscono la sua epoca. Tuttavia, quella verità senza tempo, espressa dal filosofo Seneca con le parole "...", non è solo una sfida, è una sfida.Non est ad astra mollis e terris via".ci ricorda che non esiste un percorso facile dalla terra alle stelle. Questo è il viaggio che le nostre giovani generazioni, le anime tra i 15 e i 20 anni, stanno iniziando a percorrere e, nel farlo, le sfide che devono affrontare sono sia universali che specifiche del loro tempo. Ma quanto è bassa l'asticella, se il ballo dei social media è l'ultima difficoltà per questa generazione"... potremmo pensare. In effetti, se stanno affrontando solo il dramma del numero di like, si tratta di una bassa aspirazione. Niente a che vedere con una guerra mondiale (o civile) o con la fame e la povertà di altre epoche.

Sfide attuali

Ma il futuro della nostra società soffre di un'epidemia silenziosa e più profonda. Le sfide di questa generazione sono un po' più invisibili e perniciose. E qui vorrei presentare i tre effetti più chiari della piaga che li sta decimando: la paura di essere unici, l'ostacolo dell'indifferenza e il dramma della miopia.

Non si tratta di una visione pessimistica. Ogni generazione ha le sue sfide e le sue glorie. La storia ci ha dimostrato che in ogni epoca emergono dei riferimenti che, nonostante la loro giovane età, riescono ad avere un impatto profondo sulla coscienza collettiva. Il Rinascimento, ad esempio, è stata un'epoca d'oro in cui giovani come Leonardo da Vinci e Michelangelo hanno elevato lo spirito umano con la loro insaziabile curiosità e passione per la scoperta e la creazione. Non diversamente da quanto fecero giovani di fede, come San Sebastiano e Santa Teresa di Lisieux, mostrando una convinzione incrollabile nelle loro convinzioni, anche in tempi difficili.

Se i riferimenti culturali del passato possono offrire insegnamenti, anche le circostanze attuali hanno le loro peculiarità. In questo mondo globalizzato, la tecnologia ha portato con sé una doppia spada: da un lato, ha democratizzato l'accesso alle informazioni e ha permesso di stabilire connessioni interpersonali al di là delle barriere geografiche, ma dall'altro ha amplificato una cultura dell'istantaneità e del costante confronto sociale. I social media, pur essendo potenti strumenti di comunicazione, possono spesso essere una fonte di pressione, soprattutto per i più giovani, che possono sentire il bisogno impellente di conformarsi a certi schemi e cercare una costante convalida esterna.

I giovani rivoluzionari di oggi

Carlo Acutis, un giovane italiano che ha lasciato questo mondo alla tenera età di 15 anni, è un esempio illuminante di come si possano combinare fede, passione e tecnologia per lasciare un impatto duraturo. Carlo, che è stato beatificato nel 2020, ha usato la tecnologia per creare una mostra virtuale di miracoli eucaristici in tutto il mondo. Il suo mantra, "nasciamo tutti originali e moriamo come copie", è una profonda riflessione sull'importanza di abbracciare la nostra unicità in un mondo che spesso favorisce il conformismo.

La realtà è che, mentre ogni generazione ha affrontato la sfida di trovare la propria identità, i nostri giovani di oggi lo fanno in uno scenario inondato di stimoli e distrazioni. Spesso, nella loro ricerca di appartenenza, possono sorgere delle tentazioni. Una di queste è la tentazione di non essere complicati, o in altre parole, di cercare la via di minor resistenza in una cultura che favorisce la gratificazione istantanea. Le gratificazioni durature, quelle che contano davvero, richiedono tempo, impegno e talvolta avversità. È qui che l'analogia della costruzione di una torre, pietra dopo pietra, assume un significato. Ogni sforzo, ogni piccolo risultato, è un altro passo verso il culmine di un obiettivo più grande.

Un'altra sfida che devono affrontare è il "dramma dell'ignoranza e della miopia". Il disinteresse spesso deriva dalla mancanza di esposizione al mondo in tutta la sua diversità e meraviglia. Per questo è essenziale promuovere in loro una mentalità esplorativa, in cui il desiderio di scoperta diventa un motore per l'apprendimento e la crescita. Sabrina Gonzalez Pasterski è una testimonianza vivente di questo spirito. Dalla costruzione del suo aeroplano all'età di 14 anni al riconoscimento del suo lavoro in fisica teorica, Sabrina incarna il potere della dedizione e della passione per l'apprendimento.

Per tutti questi motivi, è fondamentale non solo identificare queste sfide, ma agire. I giovani, con tutto il loro potenziale e la loro energia, hanno bisogno di mentori, di guide che li aiutino a navigare in questo complesso panorama. Come società, è nostro dovere fornire loro gli strumenti non solo per superare gli ostacoli, ma anche per costruire un mondo migliore per tutti. Immagino un mondo in cui si creino spazi, come gruppi di mentoring o laboratori comunitari, che favoriscano il dialogo intergenerazionale. Dove le esperienze e le saggezze delle generazioni passate si fondono con la freschezza e lo slancio dei giovani.

In definitiva, affrontare le sfide della crescita di una nuova generazione non è un compito facile, ma con l'amore, il sostegno reciproco e l'azione consapevole, possiamo aiutarli a tracciare il loro percorso dalla terra alle stelle. Perché, in fin dei conti, la nostra responsabilità collettiva è quella di garantire che il futuro sia in mani capaci, e chi meglio dei nostri giovani può guidarci verso un domani più luminoso? Invito tutti a unirsi a questa missione e a essere, a ogni passo, il faro che guida le prossime generazioni verso un futuro pieno di promesse e di speranza.

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