Non abbiamo paura di essere santi

Tutti i cristiani sono chiamati, nonostante i nostri difetti e ancor più con essi, alla piena santità.

13 novembre 2022-Tempo di lettura: 3 minuti
donne sante

Siamo ancora vicini alla solennità di Tutti i Santi, che è seguita dalla commemorazione dei fedeli defunti. È un appello della Chiesa, nostra Madre, a non dimenticare che la nostra meta è il cielo.

Al n. 11 della Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II "...".Lumen Gentium"Ci viene ricordato che tutto il Popolo di Dio è sacerdotale, poiché Cristo, il Signore, il Pontefice preso tra gli uomini, ha fatto del nuovo Popolo di Dio "un regno di sacerdoti per Dio suo Padre" (Ap 1,6).

Questo sacerdozio si attualizza con la partecipazione ai sacramenti della Chiesa, come mezzi che il Signore ci offre per comunicare la sua grazia nello Spirito Santo, e con le virtù.

Il Signore ci offre i sacramenti - mezzi abbondanti ed efficaci - affinché tutti i cristiani, ciascuno a suo modo, possano raggiungere la perfezione della santità, il cui modello è il nostro Padre Dio.

Dobbiamo testimoniare Cristo ovunque e in ogni momento e rendere conto della nostra speranza nella vita eterna e nella risurrezione lì, in quella condizione, in cui il Signore ci ha posto (cfr. 1Pt 3,5). 

Ma parlare della perfezione della santità ci spaventa. Subito pensiamo e diciamo: "Non fa per me!"; "Mi conosco!"; "Conosco bene i miei difetti e i miei peccati e li vivo ogni giorno!" Sì. Questo è vero.

Tutti noi sperimentiamo più o meno la stessa cosa. Ma questo non può essere una scusa per smettere di lottare. La chiamata alla santità è per tutti i cristiani.

Guardiamo agli apostoli, i primi a seguire la chiamata del Signore. Leggiamo quello che i Vangeli ci dicono di loro: sono ambiziosi, a volte intolleranti, a volte vanagloriosi, a volte pessimisti, a volte troppo entusiasti... ma col tempo, con la grazia dello Spirito Santo e la loro lotta costante, arriveranno a dare la vita per Cristo.

È stato lo stesso nel corso dei secoli per coloro che hanno voluto seguire Cristo. C'è Sant'Agostino, di cui conosciamo la conversione, ma anche Santa Teresa di Gesù Bambino, che a volte è stata presentata come molto infantile, mentre in realtà aveva un carattere testardo. Sua madre ha detto: "È di una testardaggine quasi invincibile.

Quando dice no, non c'è potenza umana che possa ridurla; anche se la mettiamo nella stanza buia per un giorno intero, preferisce dormirci dentro piuttosto che dire sì" (Manoscritti autobiografici di Santa Teresa) oppure Santa Teresa, "Quando dice no, non c'è potenza umana che possa ridurla; anche se la mettiamo nella stanza buia per un giorno intero, preferisce dormirci dentro piuttosto che dire sì". Alfonso Liguoriche, all'età di ottant'anni, disse a qualcuno: "Se dobbiamo discutere, che il tavolo sia tra di noi; io ho il sangue nelle vene".

Vi suggerisco di leggere e meditare in questo mese di novembre l'Esortazione Apostolica "Gaudete et Exultate", in cui Papa Francesco ci invita a percorrere questo cammino, parlandoci della santi della porta accanto.

Non perdiamo la speranza! La santità è lotta.

Se siamo caduti, cerchiamo di rialzarci. Proviamo a dire al Signore: Sto iniziando ora! E così tante, tante volte nel corso della giornata e della vita.

Non conosciamo la strada che dobbiamo ancora percorrere. Ci saranno cadute, ma con la grazia di Dio, con la preghiera, con i sacramenti, con l'esempio dei nostri fratelli e sorelle nella fede, ci rialzeremo e continueremo a camminare: Sto iniziando ora!

Cerchiamo di fare in modo che quello che facciamo oggi sia fatto con un po' più di amore, affetto e fervore di quello che abbiamo fatto ieri. Che il Signore ci venga incontro in questo modo, in questa lotta, che ci dà pace e felicità anche su questa terra.

L'autoreCelso Morga

Arcivescovo della diocesi di Mérida Badajoz

Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.
Banner pubblicitari
Banner pubblicitari