L'unità che gli ortodossi devono riconoscere

L'atteso concilio pan-ortodosso, a lungo preparato, si è svolto a Creta con l'assenza di alcune importanti Chiese, tra cui Mosca. Un segno, nonostante tutto?

31 agosto 2016-Tempo di lettura: 2 minuti

Quello che in origine doveva essere il primo concilio pan-ortodosso dopo più di mille anni di storia, una riunione delle quattordici Chiese ortodosse che riconoscono una qualche forma di primato onorario del Patriarca di Costantinopoli, si è tenuto sull'isola di Creta. Avrebbe dovuto esserlo, perché alla fine quattro delle quattordici Chiese ortodosse non parteciparono al Concilio, e tra queste c'era la Chiesa ortodossa di Mosca, cioè la Chiesa ortodossa più potente e numerosa, che comprende più della metà di tutti i fedeli ortodossi del mondo.

È possibile analizzare i fatti: nel gennaio 2016 tutti i primati ortodossi hanno deciso di tenere il concilio a giugno a Creta e hanno firmato la decisione. Sebbene questo accordo sia stato adottato in una riunione sinodale, nelle settimane precedenti all'evento, i gerarchi di alcune Chiese hanno iniziato a rifiutare la decisione, e documenti e controversie sono stati nuovamente discussi. Ci sono problemi all'interno della comunione ortodossa che devono essere risolti: il disaccordo tra i patriarchi di Antiochia e Gerusalemme su chi debba esercitare l'autorità canonica nella comunità ortodossa del Qatar; la richiesta di alcuni ortodossi ucraini di fondare una Chiesa autocefala separata dal patriarcato di Mosca; le differenze sull'interpretazione e l'approccio alle relazioni con gli altri cristiani, ecc.

Tutto ciò ha portato alla decisione delle Chiese di Mosca, Bulgaria, Georgia e Antiochia di annullare la loro partecipazione al concilio. Se guardiamo all'evento - che in realtà ha caratteristiche costanti nella storia dei concili - con occhi "politici", vediamo una realtà confusa, un concilio (quello di Creta) che sembra un esempio di ciò che la divisione può produrre tra Chiese che appartengono alla stessa comunione, ma sono in qualche misura "vittime" del nazionalismo perché sono Stati-Chiesa. Tuttavia, se guardiamo con occhi diversi (come ha fatto in modo molto chiaro il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli), possiamo considerare quanto sta accadendo come una prova, come un primo passo verso un'unità che sia una testimonianza per il mondo, abbandonando del tutto la "mondanità spirituale", che è una tremenda malattia per tutte le Chiese. Quello che è successo a Creta è interessante innanzitutto per tutto il mondo cristiano, e il processo avviato può anche essere un segno di pace nel mondo.

L'autoreOmnes

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