Il 20 aprile, non nel 1990 ma nel 2025, era una giornata di primavera senza pioggia a Roma, come se la natura sapesse già che era il suo ultimo giorno sulla terra. Papa Francesco è uscito nella gremita Piazza San Pietro come un torero esce per il più grande dei compiti, quello di dare l'addio al suo popolo la domenica di Pasqua. Con l'impegno, il coraggio e la dedizione dei giganti che fanno tutto per amore fino all'ultimo respiro.
Con l'intuizione che quella sarebbe stata l'ultima volta che avremmo visto Francesco, ci siamo avvicinati alla "barriera", per vederlo passare in papamobile attraverso i corridoi di recinzione di Piazza San Pietro, in mezzo al suo pubblico. Prima, prima della benedizione "urbi et orbi", aveva detto le sue ultime parole a tutti con una certa chiarezza: "Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!
L'addio
In quel momento il gruppo di madrileni, pellegrini vincitori del Giubileo, si è reso conto che eravamo la cristianità che stava contemplando il suo addio, dato che presto sarebbe partito con la "papamobile" per l'aldilà. Per questo ci siamo buttati, sapendo che gli stavamo restituendo parte di ciò che ci aveva dato, godendo del momento storico che stavamo vivendo e che ci stavamo assumendo la responsabilità di chi ha qualcosa da raccontare.
Il mattino seguente abbiamo ricevuto la notizia della loro morteQualche ora dopo, nella Messa a Santa Maria de la Paz, nella chiesa prelatizia dell'Opus Dei, sulla tomba di San Josemaría a Roma, prima di partire per Madrid. E lì abbiamo chiesto a questo santo, fedele al Romano Pontefice, di metterlo al suo posto, per il conclave e per il prossimo Papa.
I funerali di Papa Francesco
Uno dei pellegrini ha condiviso con il gruppo le parole del libro "Speranza", l'autobiografia di Papa Francesco, in cui spiega come ha voluto che si svolgesse questo momento:
"Quando morirò, non sarò sepolto in San Pietro, ma in Santa Maria Maggiore: il Vaticano è la casa della mia ultima funzione, non la casa dell'eternità. Sarò nella stanza dove ora sono conservati i candelabri, vicino a quella Regina della Pace alla quale ho sempre chiesto aiuto e dalla quale sono stato abbracciato più di cento volte durante il mio pontificato. Mi è stato confermato che tutto è pronto.
Il rito funebre era troppo pomposo e ho parlato con il cerimoniere per alleggerirlo: niente catafalco, niente cerimonia di chiusura della bara. Con dignità, ma come ogni cristiano. Anche se so che me ne ha già concesse molte, ho chiesto al Signore solo un'altra grazia: prenditi cura di me, quando vuoi, ma, come sai, ho molta paura del dolore fisico... Quindi, per favore, non farmi troppo male.