In occasione della Giornata Missionaria Mondiale celebrata il 18 ottobre, Papa Francesco ha sottolineato l'importanza di essere "Tessitori di fraternità".. All'Angelus di quel giorno disse: "È una parola bellissima, 'tessitori'. Tutti i cristiani sono chiamati a essere tessitori di fraternità. In modo particolare, i missionari - sacerdoti, consacrati e laici - che seminano il Vangelo nel grande campo del mondo. Preghiamo per loro e diamo loro il nostro sostegno concreto".
Intere civiltà hanno basato il loro cammino sulla capacità di tessere, nel senso di saper rammendare, riparare o riadattare gli oggetti per prolungarne il funzionamento o per costruirne altri. Nuove statue di bronzo dalla fusione di altre statue, chiese cristiane da templi pagani, nuove città su città antiche. Oggi non è più così perché, da un punto di vista economico, spesso non è conveniente: quante volte ci è stato detto che il costo della riparazione è superiore al costo dell'oggetto nuovo.
La relazione, tuttavia, richiede spesso l'arte di tessere e rammendare. Questo vale per tutti, non solo per i missionari. Se non conosciamo il valore di ripristinare e riparare una persona rotta, siamo condannati all'isolamento emotivo.
È importante capire che, nel processo di rottura e ricucitura, di crisi e di superamento, che riguarda una vocazione, qualunque essa sia, il rammendo non rovina ma migliora. Riparare uno strappo è come fare un bel ricamo, prezioso, attento, ordinato, ma che, a differenza del ricamo, sarà apprezzato non quando sarà visto, ma proprio perché nessuno lo vedrà. Alcuni sarti portano la scritta: "Facciamo toppe invisibili", e si vantano di saper riparare con mano leggera in modo che nessuno se ne accorga. Questo è qualcosa che ognuno di noi deve imparare per la propria vita.