L'albero del bene e del male

Quando la vita degli animali e delle piante viene messa al di sopra di quella delle persone e dei popoli, l'amore per il creato diventa una mostruosità, un'idolatria. Questo è ciò che Chesterton ci ha ricordato un secolo fa, quando ha coniato la frase ormai corrente: "dove c'è culto animale, c'è sacrificio umano".

1° settembre 2022-Tempo di lettura: 3 minuti
ficus sevilla

In questa Giornata mondiale per la cura del creato, abbiamo dovuto parlare dell'abbattimento del ficus nella parrocchia di San Jacinto a Siviglia. L'algoritmo di Google News avrà sicuramente bombardato anche voi in questi giorni con le numerose notizie e gli articoli di opinione che le notizie hanno suscitato. 

Se ne sentite ancora parlare per la prima volta, lasciate che vi fornisca qualche informazione di base: una comunità parrocchiale, in accordo con il proprio vescovado, con la provincia della congregazione religiosa che la serve, con le associazioni di quartiere e le forze attive del quartiere in cui si trova e con il locale consiglio comunale socialista, decide, dopo anni di studi e di ricerca di alternative, di abbattere un albero la cui crescita eccessiva ha causato incidenti con gravi lesioni per la caduta di rami e minaccia di distruggere la chiesa secolare (dichiarata Bene di Interesse Culturale) in quanto ha causato danni alle sue fondamenta e alla sua struttura.

Nonostante ciò, un movimento di cittadini a favore del ficus, con raccolta di firme e attivisti appollaiati sui rami dell'albero, è riuscito qualche giorno fa a ottenere che un giudice fermasse l'abbattimento dell'albero come misura precauzionale prima che venisse definitivamente abbattuto. L'incidente sarebbe passato inosservato se non fosse stato per due circostanze che l'hanno fatto balzare agli onori della cronaca: in primo luogo, il fatto che sia avvenuto durante il mese di agosto, rendendolo un serpente estivo, ovvero ciò che in ambito giornalistico chiamiamo notizie di importanza relativamente modesta che si prolungano durante il periodo estivo a causa della siccità stagionale delle notizie; in secondo luogo, perché è coinvolta la Chiesa cattolica, un ingrediente piccante che lo rende irresistibile per il gossip. Si può essere certi che il problema non sarebbe finito sulla stampa locale se il proprietario fosse stato una comunità di vicini, un privato, un'azienda o un'istituzione pubblica o privata.

Mentre scrivo questo articolo, non conosco l'ultimo capitolo della telenovela, ma il caso mi fa riflettere sull'insegnamento della Chiesa sulla cura di tutte le creature che riflettono, "ciascuna a suo modo - come dice il Catechismo - un raggio dell'infinita sapienza e bontà di Dio".

A Caritas in veritateBenedetto XVI ha affermato che "la Chiesa ha una responsabilità nei confronti del creato e deve affermarla pubblicamente. Nel farlo, non deve solo difendere la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Soprattutto, deve proteggere l'uomo dalla distruzione di se stesso". Questo concetto viene ulteriormente sviluppato da Francesco nella sua enciclica ecologica Laudato Si' con il termine "ecologia integrale", che non è altro che l'incorporazione della dimensione umana e sociale nella cura del creato.

Quando la vita degli animali e delle piante viene messa al di sopra di quella degli individui e dei popoli, l'amore per la creazione diventa una mostruosità, un'idolatria. La storia è piena di popoli che sono caduti in questo culto delle creature che hanno finito per rivoltarsi contro se stessi nel disprezzo della propria vita. Questo è ciò che Chesterton ci ha ricordato un secolo fa, quando ha coniato la frase ormai corrente: "dove c'è culto animale, c'è sacrificio umano".

Ogni creatura sul pianeta ha una missione e spetta a noi portarla a termine. Dio ha dato all'uomo il dono dell'intelligenza e gli ha affidato il compito di "sottomettere" la terra. La corretta interpretazione del libro della Genesi spiega che questo dominio non è quello di un selvaggio sfruttatore della natura, ma quello di un luogotenente di Dio, di un amministratore che deve rendere conto al proprietario della vigna. Questo dominio responsabile ci porta a dover prendere decisioni a volte dolorose, ma necessarie per il bene comune.

Camminiamo, come ci chiede la Chiesa, verso la necessaria conversione ecologica che cerca, in ultima analisi, il bene di tutta l'umanità. E lodiamo il Signore, con San Francesco d'Assisi, per tutte le creature, specialmente per quella la cui esistenza ai nostri giorni sembra in pericolo di estinzione: l'intelligenza umana.

L'autoreAntonio Moreno

Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.

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