Laicità, religione e libertà

La laicità, così come intesa dalle democrazie avanzate, non è una religione, ma un atteggiamento dello Stato nei confronti del fenomeno religioso.

5 marzo 2021-Tempo di lettura: 2 minuti
Laicità, religione e libertà

Foto: Jason Hogan / Unsplash

Il ministro della Cultura e "segretario per la laicità" del Partito socialista ha recentemente inviato una lettera ai dirigenti provinciali del partito con lo slogan "laicità, religione della libertà".

Il documento è stato pubblicato su vari media. Devo ammettere che come slogan suona bene. Allo stesso tempo, come molti slogan, contiene in poche parole equivoci, semplificazioni e contraddizioni. In questo breve commento farò riferimento a tre di essi. 

In primo luogo, comprendere il secolarismo come religione. Gli illuministi del XVIII secolo, a partire da Rousseau, proposero il secolarismo come una religione civile, con dogmi stabiliti dal sovrano, che i rivoluzionari francesi cercarono di imporre all'intera società con la violenza. Questa religione secolare si è manifestata in vari momenti storici come intollerante (così l'hanno concepita, tra gli altri, Proudhon, Marx, Feuerbach), perché è intesa come l'unica vera religione. 

Fortunatamente la laicità, così come intesa dalle democrazie avanzate, non è una religione, ma un atteggiamento dello Stato al fenomeno religioso. La laicità è innanzitutto neutralità. La neutralità non è l'equidistanza tra credere e non credere.

Consiste piuttosto nel rispettare e non prendere posizione rispetto alle diverse credenze e stili di vita che i cittadini scelgono di seguire. Neutralità non significa promuovere una politica basata su una religione specifica, nemmeno una religione civile, con l'intenzione di imporla a tutti attraverso le leggi. 

Il seconda fallacia Da quando la libertà è monopolio di qualcuno? Né il laico è più libero del credente; né il laico cessa di essere schiavo - come può diventarlo il credente - quando cerca di trasformare i suoi dogmi in dogmatismi. La libertà semplicemente non appartiene a nessuno, se non all'essere umano che non vi abdica. 

A terzo postoColoro che trasformano la laicità in religione finiscono per cadere in un discorso demagogico e incoerente che, pur sostenendo la laicità come "antidoto al monismo dei valori, al fanatismo o al dogmatismo", cerca di imporre a tutti un'unica visione (la loro visione) del mondo.

Un mondo in cui Dio conta poco o nulla. Un mondo in cui una parvenza di pluralità non disturba, purché nessuna di queste altre religioni contraddica i dogmi della religione civile. 

L'autoreMontserrat Gas Aixendri

Professore presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Internazionale della Catalogna e direttore dell'Istituto di Studi Superiori sulla Famiglia. Dirige la cattedra sulla solidarietà intergenerazionale nella famiglia (cattedra IsFamily Santander) e la cattedra sull'assistenza all'infanzia e le politiche familiari della Fondazione Joaquim Molins Figueras. È anche vicepreside della Facoltà di Giurisprudenza dell'UIC di Barcellona.

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