Con il nuovo anno arriva il bilancio di ciò che si è vissuto e l'apertura a ciò che verrà. Il Natale offre la cornice per leggere lo scorrere del tempo con la luce inestinguibile portata dal Salvatore. Gli insegnamenti di Francesco dell'ultimo mese riprendono questo quadro, facendo luce sul passato e proiettando speranza per il futuro. Con loro, il Papa desidera far risuonare la voce della pace e accendere il calore della misericordia.
In sintonia con il quadro liturgico, le meditazioni del Angelus e il Omelie delle grandi celebrazioni natalizie ci hanno lasciato orientamenti sulla pace che il Padre vuole seminare nel mondo, non solo per coltivarla, ma anche per conquistarla.
I pastori e i Magi ci insegnano che dobbiamo alzare gli occhi al cielo, cioè tenere il cuore e la mente aperti all'orizzonte di Dio, per guidarci con speranza in questo mondo. La Parola di Dio che annuncia la venuta della pienezza dei tempi con l'incarnazione del Figlio di Dio sembra contraddire ciò che percepiamo intorno a noi. "Come può questo essere un tempo di pienezza, quando sotto i nostri occhi molti uomini, donne e bambini stanno ancora fuggendo da guerre, fame e persecuzioni, pronti a rischiare la vita per il rispetto dei loro diritti fondamentali? Un fiume di miseria, alimentato dal peccato, sembra contraddire la pienezza dei tempi portata da Cristo. Tuttavia, questo fiume in piena non può nulla contro l'oceano di misericordia che inonda il nostro mondo".. Ci immergiamo in questo oceano mano nella mano con la Vergine Maria, Madre della misericordia: "Lasciamoci accompagnare da lei per riscoprire la bellezza dell'incontro con suo Figlio Gesù"..
Un bilancio dell'anno passato si trova nel suo discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. In quella sede il Papa ha affermato che "La misericordia è stata il 'filo conduttore' che ha guidato i miei viaggi apostolici nell'ultimo anno".e ha richiamato l'attenzione sulla grave emergenza migratoria che stiamo vivendo oggi. "Il fenomeno migratorio pone una sfida culturale importante che non può essere lasciata senza risposta".. Guardando al futuro, la sfida principale che ci attende è quella di superare l'indifferenza per costruire insieme la pace. Francesco ha parlato nuovamente della condizione dei disoccupati nel suo discorso al movimento cristiano dei lavoratori. Ha ricordato che il lavoro è una vocazione a cui possiamo rispondere bene se ci preoccupiamo di educare, condividere e testimoniare.
In occasione della sua prima visita alla Sinagoga di Roma, il Papa ha ricordato la visita dei suoi predecessori, evocando il contributo del documento conciliare Nostra Aetate e ha accolto con favore gli importanti progressi nella riflessione teologica e pratica tra cattolici ed ebrei. Il mondo di oggi ci pone di fronte a sfide, come quella di un'ecologia integrale, che dovremmo affrontare insieme. Alla delegazione della comunità luterana finlandese, Francesco ha chiesto di proseguire il dialogo a favore di una maggiore unità, nonostante le differenze ancora esistenti, riconoscendo che siamo uniti dall'impegno di testimoniare Gesù Cristo.
Il Papa parla di un futuro segnato dalla misericordia nella nuova serie di catechesi delle udienze del mercoledì, così come negli incontri giubilari con i migranti, i rettori dei santuari e il personale di sicurezza del Vaticano. Ha anche fatto riferimento al futuro quando si è rivolto ai genitori che presentavano i loro figli per il battesimo, ricordando loro che la migliore eredità che possono lasciare loro è la fede. Il futuro, insomma, siamo chiamati a costruirlo nella Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani chiedendo che "Troviamo tutti i discepoli di Cristo il modo di lavorare insieme per portare la misericordia del Padre in ogni angolo della terra"..
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Santiago de Compostela. Professore di Ecclesiologia e Teologia pastorale presso il Dipartimento di Teologia sistematica dell'Università di Navarra.