L'orrore della guerra sfida ancora una volta ogni essere umano sul pianeta. Se fosse in nostro potere porre fine ai conflitti in Israele, Ucraina, Sudan o Burkina Faso... lo faremmo? E perché non cominciamo a portare la pace nelle nostre guerre?
E il fatto è che siamo tutti, anche i più pacifisti, in uno stato di guerra permanente; perché non abbiamo bisogno di prendere le armi per odiare, per uccidere qualcuno nel nostro cuore: Non sono io ad esagerare quando paragono l'omicidio al semplice dispetto, ma un Galileo che, già nel primo secolo, diceva: "Avete sentito che fu detto ai nostri antenati: "Non uccidere"; e chi uccide sarà colpevole davanti al tribunale. Ma io vi dico che chi si adira con il proprio fratello sarà passibile di giudizio".
Non c'è guerra tra nazioni che non sia iniziata con un semplice gesto sbagliato tra due, con un'offesa, con un po' di invidia o con una presunzione fuori dalla realtà. Quei piccoli semi di malvagità che un giorno hanno attecchito in una o due persone sono germogliati tra i membri delle famiglie più vicine alle persone coinvolte, poi si sono radicati nei loro villaggi, poi sono germogliati violentemente a livello nazionale, fino ad arrivare, a volte, a diffondere i loro rami su scala globale. In ognuno di noi si annidano migliaia di questi semi apparentemente innocui, ma che, in determinati terreni di coltura, hanno il potenziale di riprodursi, come i virus, con una velocità sorprendente.
Per questo Dio, che ci conosce meglio di tutti, perché ci ha creati e perché si è fatto uno di noi per sperimentare ogni nostro sentimento, ha chiesto attraverso il Figlio che i suoi discepoli porgessero l'altra guancia e amassero i loro nemici. E lo ha realizzato fino alla fine.
È deplorevole vedere come nelle nostre società apparentemente avanzate la violenza stia crescendo a dismisura nelle famiglie, nelle scuole, nei centri sanitari, nel traffico... Dietro la falsa illusione di scambiare Dio con un progresso che ci avrebbe reso più liberi, più ricchi e con meno problemi, intere generazioni stanno scoprendo solo fumo e specchi.
Siamo sempre più schiavi dei potenti, che controllano persino l'ora in cui andiamo in bagno grazie ai telefoni cellulari; l'intelligenza artificiale, nelle mani di quegli stessi pochi, farà sprofondare nella povertà gran parte dei professionisti di oggi; e il problema essenziale degli esseri umani, che è quello di sentirsi amati per sempre, non è stato risolto dalla rivoluzione sessuale che ha ridotto l'amore a un'infatuazione passeggera. Quindi, naturalmente, la gente è arrabbiata.
Nella sua ultima esortazione apostolica Laudato si' il Papa indica il paradigma tecnocratico come responsabile di molti dei problemi odierni, compresi quelli ambientali: "abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati esseri altamente pericolosi, capaci di mettere in pericolo la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza". L'ironia di Soloviev si può ripetere oggi: "Un secolo così avanzato che è stato anche l'ultimo". Ci vogliono lucidità e onestà per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi".
La polarizzazione ideologica, alimentata da una classe politica autoreferenziale che raramente sembra lavorare per il bene comune, promuove lo scontro tra persone che, in un altro clima, sarebbero senza dubbio aperte al dialogo e al consenso.
Anche all'interno della Chiesa cattolica emergono schieramenti che, lungi dal proporre i legittimi miglioramenti che ritengono necessari, alimentano attacchi personali a chi non la pensa come me, con un linguaggio incendiario e con l'obiettivo di ferire le persone.
Se difendiamo una posizione ecclesiale insieme ai nostri amici e contro coloro che non sono come noi, che cosa stiamo facendo di straordinario? -Gesù ci direbbe: "I gentili non fanno lo stesso?
Si dice che i presidenti delle principali potenze nucleari portino sempre con sé una valigetta dalla quale possono ordinare il lancio dei loro missili.
Abbiamo anche una valigetta molto più potente, la valigetta della pace, il Vangelo, che ci insegna a non ricambiare il male con il male, ma a vincerlo con la forza del bene, perché ogni guerra è una sconfitta. Gesù la usò nella notte in cui fu catturato e disse a Pietro di tenere la spada nel fodero.
È così facile gridare contro le guerre degli altri e così difficile essere un muro di fuoco in quella in corso! Se Dio fa sorgere il sole per i buoni e per i cattivi, chi sono io per dire cose cattive sugli altri, per dire che la mia vita vale più della loro?
Solo la preghiera sincera del Padre Nostro, che mi mette faccia a faccia con chi è più di me e con chi è mio pari, è capace di mettermi al mio posto e di portarmi a odiare solo il confronto con i miei fratelli, ogni guerra che viene solo per distruggere me e l'umanità.
È lo stesso che il Papa esprime nella sua conclusione di Laudato si'Lode a Dio" è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per se stesso".
Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.