Il calendario gregoriano

La Pasqua del 2025 sarà il 20 aprile, che è anche il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, che fissò la data della Pasqua. Le stelle, mai detto meglio, sembrano allinearsi perché i cristiani facciano quel passo di unità che sarebbe celebrare la Pasqua tutti nello stesso giorno.

29 febbraio 2024-Tempo di lettura: 4 minuti

Oggi, 29 febbraio, è un giorno eccezionale perché non esiste ogni anno, ma nemmeno ogni quattro anni, come molti credono. La cosa curiosa è che la sua esistenza è intimamente legata al Papa il cui ritratto illustra questo articolo e alla celebrazione della Settimana Santa, il cui calcolo, peraltro, potrebbe cambiare a partire dal prossimo anno.

Il papa in questione è Gregorio XIII, al quale si deve l'attuazione, nel 1582, del calendario che oggi viene utilizzato praticamente in tutto il mondo e che, in suo onore, viene chiamato "calendario gregoriano". Il suo scopo era quello di correggere gli scompensi che il passare del tempo aveva provocato nel meno preciso calendario giuliano, in uso da quando Giulio Cesare lo aveva promulgato nel 46 a.C..

È un compito arduo stabilire un calendario esatto, poiché è necessario contare in giorni (rotazioni terrestri) il tempo che il nostro pianeta impiega a girare intorno al Sole e, ovviamente, questi due movimenti della natura non devono essere coordinati per coincidere in numeri interi. Così, ogni anno non dura 365 giorni, ma 365,2425 giorni.

Gli Egizi (sui cui calcoli si basavano i matematici romani) sapevano che l'anno durava 365 giorni e quasi un quarto di giorno, quindi anche il calendario giuliano prevedeva, come il nostro, gli anni bisestili ogni quattro anni, ma non erano disposti nello stesso modo. Ogni quattro anni si aggiungeva un giorno ai 28 giorni di febbraio, anche se non esisteva il 29 febbraio. Si ripeteva il sesto giorno prima delle calende (primo giorno del mese) a marzo, da cui il nome bi-sesto. In breve, il 23 febbraio era seguito da un 23 febbraio bis. Questa correzione quadrimestrale riduce l'errore tra l'anno solare e l'anno di calendario a soli 11 minuti. A prima vista può sembrare poco, ma con l'accumularsi dei secoli i minuti sono diventati ore, giorni... Finché non si è potuto fare altro che procedere a una drastica correzione.

Ma da dove nasce l'interesse del Papa a sistemare un'organizzazione che sembrerebbe appartenere più alla sfera civile? Da una cosa così importante come la celebrazione della più grande festa cristiana, la Pasqua, che era fuori luogo.

Risulta che al Concilio di Nicea (325) tutte le Chiese concordarono che la Pasqua sarebbe stata celebrata la domenica successiva alla luna piena (14 del mese di Nisan) dopo l'equinozio di primavera nell'emisfero settentrionale. Quell'anno l'equinozio si verificò il 21 marzo, ma nel tempo questa data era stata anticipata dall'effetto cumulativo di cui abbiamo già parlato. Non più e non meno di 10 giorni dopo la data in cui Gregorio XIII intraprese la sua riforma, invece del 21, l'equinozio si verificò l'11 marzo.

La riforma di Papa Gregorio volle correggere questa discrepanza, stabilendo un nuovo calcolo che fu sviluppato proprio da scienziati spagnoli, in particolare dell'Università di Salamanca. Questo algoritmo ha un errore minimo di un solo giorno ogni 3.323 anni e stabilisce quanto segue: Sarà bisestile ogni anno multiplo di 4 - ma non sempre, come quasi tutti credono -; sono esclusi i multipli di 100 (ecco perché gli anni 1700, 1800 o 1900 non erano bisestili) anche se i multipli di 400 (ecco perché gli anni 1600 e 2000 erano bisestili). Grazie a questa regola, abbiamo ancora quasi tre millenni senza preoccupazioni.

Ma ora c'è un altro problema: si scopre che, mentre la Chiesa cattolica ha certamente risolto il divario adottando il calendario gregoriano, le Chiese orientali non lo hanno fatto e hanno continuato con il vecchio calendario giuliano. Così noi cristiani celebriamo la Pasqua in due date diverse, e questo è uno scandalo di disunione che San Paolo VI insisteva a risolvere.

Provvidenzialmente, i calcoli del prossimo anno coincideranno con lo stesso giorno. La Pasqua del 2025, indipendentemente dal calendario utilizzato per calcolarla, sarà il 20 aprile. Ma saranno anche 1.700 anni da quando il Concilio di Nicea fissò la data della Pasqua. Le stelle, mai detto meglio, sembrano allinearsi perché i cristiani facciano quel passo di unità che sarebbe celebrare la Pasqua nello stesso giorno. Ma quale giorno? La palla passa ora alle Chiese orientali, che devono trovare un accordo, visto che Papa Francesco ha espresso l'intenzione di accettare il polpo come animale da compagnia.

Il 2024 sarà dunque l'ultimo anno in cui seguiremo l'attuale calcolo della data di Pasqua? Penso che dovremmo pregare perché sia così e perché i cristiani possano dare una testimonianza di comunione tanto necessaria in un mondo così diviso come il nostro.

A proposito, tornando al tema delle curiosità del calendario gregoriano, la sua applicazione fu il motivo per cui Santa Teresa di Gesù morì il 4 ottobre e fu sepolta il giorno successivo, il 15 ottobre 1582. Sì, avete letto bene e non si tratta di un refuso. Né si tratta di un errore di matrice. Ma ve lo spiegherò il giorno della sua festa: cosa può fare il calendario gregoriano!

L'autoreAntonio Moreno

Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.

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