Guardate colui che è stato trafitto

Il rinnovo della Consacrazione della Spagna al Cuore di Gesù ha spinto il vescovo di Getafe, Mons. García Beltrán, e il suo vescovo ausiliare, Mons. Rico Pavés, a scrivere una lettera pastorale. Ecco un estratto, che invita i fedeli a incoraggiare questa devozione.

7 luglio 2019-Tempo di lettura: 2 minuti

La celebrazione annuale del mistero pasquale ci porta, in modo sempre nuovo, alla testimonianza del quarto evangelista che dichiara compiuta la parola profetica di Zaccaria: "Guarderanno a colui che hanno trafitto" (Zacc 12,10). La spinta del soldato apre il fianco di Gesù Cristo e lo trasforma in una sorgente di vita. Dalla donazione di se stesso fino alla morte nasce la fonte che sgorga alla vita eterna. Colui che ha visto rende testimonianza (Gv 19, 35) e nella sua testimonianza si trova la via per raggiungere questa fonte: guardare colui che hanno trafitto.

Mostrandoci le sue piaghe gloriose, il Risorto apre le porte del Mistero e ci invita a entrare attraverso di esse per rivelarci il segreto del suo Cuore: l'Amore infinito della Santissima Trinità abita in quel Cuore, umano come il nostro. E questo Cuore si è lasciato trafiggere perché potessimo sperimentare come le sue ferite ci abbiano guarito (1 Pt 2, 24).

Nel centenario della consacrazione della Spagna al Cuore di Gesù, dalla giovane diocesi di Getafe invitiamo tutti i fedeli a guardare a quello che hanno trafitto per unirsi con profonda devozione al suo rinnovamento. Non pochi si chiedono, sia all'interno che all'esterno della Chiesa cattolica, se abbia senso rinnovare questa consacrazione ai nostri giorni. 

Senza ignorare le connotazioni socio-politiche della consacrazione del 1919, intendiamo il rinnovo della consacrazione come un atto di pietà dei fedeli in Spagna che vogliono rispondere alle esigenze evangelizzatrici del tempo presente, rendendo tutti partecipi dell'Amore di Dio rivelatoci nel Cuore di Gesù. 

Nella fede, ogni atto di consacrazione, personale o comunitario, è sempre una risposta d'amore al primo Amore di Dio. Chi consacra la propria vita al Cuore di Gesù, risponde con gratitudine all'estremo amore di Dio donandogli ciò che riconosce di aver ricevuto da Lui: comprensione, volontà, affetti, tutto ciò che è e ha. 

Intesa in questo modo, la consacrazione trova la sua origine nella nuova vita ricevuta nel battesimo e implica sempre un riconoscimento, un esercizio di riparazione e un impegno missionario. Nel rinnovare la Consacrazione esprimiamo la nostra gratitudine al Signore per l'eredità di santità ricevuta dai nostri anziani, chiediamo un profondo ringiovanimento della fede in Spagna e ci impegniamo ad affrontare con coraggio le sfide evangelizzatrici del presente e del futuro. n

L'autoreOmnes

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