Logicamente, i ricercatori che si dedicano alla storia contemporanea pubblicano articoli e libri e tengono conferenze, e in questo modo, a poco a poco, un'analisi un po' più completa della realtà storica raggiunge il pubblico non specialistico, anche se sempre provvisoria. In ogni caso, la storia contemporanea richiede, oltre alla pubblicazione delle fonti, di cui abbiamo parlato, il tempo necessario per acquisire la necessaria prospettiva, l'acutezza dell'attenzione e una profonda conoscenza dei fatti e delle loro possibili ripercussioni.
Così, in pochi anni, con quanto si sta pubblicando, la storiografia provvisoria si sta capovolgendo e i fatti della storia recente dell'Europa e della Chiesa in Europa diventano più noti e documentati, sfatando così luoghi comuni e leggende nere che tanto influiscono sulla fiducia nella Chiesa e nelle famiglie, a cui individui e istituzioni hanno un particolare diritto.
Un esempio di quanto abbiamo appena spiegato si è avuto con la recente apertura dell'ampia documentazione degli archivi vaticani sul pontificato di Pio XI, che ha fornito alla storiografia contemporanea una documentazione molto importante.
Su questa linea, il professor Vicente Cárcel Ortí, grande conoscitore di questi archivi, ha pubblicato una serie di opere tratte da questa raccolta documentaria riguardanti, ad esempio, la posizione della Santa Sede nei confronti del governo della Seconda Repubblica spagnola, le relazioni con il governo durante la Guerra Civile e, infine, il lungo processo e i dubbi romani sull'accettazione delle relazioni della Chiesa con il regime di Franco. È interessante, quindi, rileggere l'introduzione di Vicente Cárcel al suo volume per comprendere il significato dell'apertura di questi archivi, il lavoro richiesto e anche le misure adottate dall'Archivio Vaticano per l'utilizzo di questi fondi (cfr. Vicente Cárcel Ortí, Pio XI. Tra la Repubblica e FrancoMadrid 2008).
La decisione della Santa Sede di aprire parte degli archivi del pontificato di Pio XII rientra in questa categoria. Come è noto, la Chiesa ha recentemente aperto gli archivi vaticani fino a Pio XI, cioè fino al 1939, quindi l'apertura fino al 1945, ad esempio, renderebbe chiaro per tutti i tempi come Pio XII e i suoi collaboratori abbiano contribuito alla pace nel mondo, alla difesa del popolo ebraico e come abbiano affrontato le ideologie totalitarie che hanno devastato l'Europa, sia il nazismo che il comunismo.
Membro dell'Accademia di Storia Ecclesiastica. Docente del master del Dicastero sulle cause dei santi, consulente della Conferenza episcopale spagnola e direttore dell'ufficio per le cause dei santi dell'Opus Dei in Spagna.