In cielo è stata allestita la Betlemme

Una singolare Betlemme vivente si svolge in cielo per mostrare che oggi è il giorno in cui tutti noi diventiamo bambini, contempliamo il mistero più grande dal basso, ci sorprendiamo di tutto ciò che Dio fa in noi.

5 gennaio 2022-Tempo di lettura: 3 minuti
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San Francisquito de Asís sta oggi ultimando come un matto i dettagli della Betlemme vivente che, come ogni anno, organizza nel cielo della notte dell'Epifania:

-Venite bambini, venite bambini, siamo in ritardo! Teresita, Juanito, cosa state facendo? Ai vostri posti, presto!


Teresa è Teresa di Lisieux e Johnny è Don Bosco, anche se in cielo nessuno lo chiama più Don. Si chiamano con il diminutivo perché lì sono tutti come bambini, e non dimenticate che diventare come loro è uno dei requisiti per entrare. Quest'anno è toccato a loro interpretare Maria e Giuseppe, e ne sono stati entusiasti. Teresita si era sempre distinta per la sua umiltà, come quella di Nazareth; e Juanito, per quanto ami i bambini, non avrebbe potuto avere un posto migliore che accanto al divino infante.

-Credi che mi inginocchi bene, Paquito? - chiede Antoñito al caposquadra mentre si prostra con un gesto pieno di umiltà e devozione.

-Perfetto, è così che mi piace Antonino: con riverenza, parsimonia e gioia, tutto d'un fiato. Andate, stringete la mano a Tommasino, e ognuno al suo posto.

Antoñito è il padovano (anche se è nato in Portogallo) che quest'anno interpreta il ruolo del mulo. Il ruolo gli è stato affidato per la sua conoscenza dell'animale. Conoscerete già quell'episodio della sua vita terrena in cui uno che non credeva nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia lo sfidò a far adorare il Santissimo a una mula e, al comando del santo, la mula si inchinò e adorò. Tomasito è di Aquino e interpreta il bue perché questo era il soprannome che gli avevano dato i compagni di università: "bue muto", a causa della sua corpulenza e del suo carattere silenzioso e bonario.

-Guardatemi, guardatemi volare, come tutto sembra bello da quassù!

-Andiamo, Lolín, scendiamo nella grotta e cominciamo.

A svolazzare è il beato andaluso Manuel Lozano Garrido, già noto in patria con il nome diminutivo di Lolo. Il ruolo di angelo annunciatore nella grotta dei pastori gli si addice perfettamente, perché ha dedicato la sua vita terrena al giornalismo; ma le ali sono un problema perché, avendo sofferto di una malattia paralizzante per la maggior parte della sua vita, non riesce a stare fermo a terra. A chiedergli di scendere sono Giacinta e Francesco Marto, i fratelli e le sorelle veggenti di Fatima, che ogni anno si ripetono come pastori perché inchiodati al ruolo, anche se questa volta sono stati affiancati da San Pascual Bailón e Santa Margherita, che conoscevano bene anche il mestiere di badare alle pecore.

I Re Magi, che tradizionalmente rappresentano i tre continenti allora conosciuti, saranno questa volta: per l'Europa, San Ferdinando, che è abituato a portare la corona essendo stato re di Castiglia e León; per l'Asia, San Paolo Miki che, pur non essendo un re, ha comunque un portamento, in quanto apparteneva a una famiglia molto ricca del Giappone; e, per l'Africa, San Carlo Lwanga, che conosce bene il protocollo, essendo stato paggio alla corte reale.

Tutto è pronto per l'inizio della rappresentazione dell'Epifania. Beh, non tutto, il bambino è scomparso...

-Cosa vuol dire che manca il bambino? -Chiede Francesco con il tipico gesto italiano, con le dita unite e rivolte verso l'alto.

Stranamente, nessuno sembra ascoltare la domanda dell'uomo di Assisi.

-Sto parlando con te, il narratore", insiste il piccolo inventore del presepe nel suo buffo italiano.

...

Non mi era mai capitato che i protagonisti di una delle storie che racconto si rivolgessero a me. Risponderò e vedrò cosa succede...

-Stai parlando con me, Francisco?

-Certo che sì, narratore. Il ruolo di un bambino è il vostro ruolo oggi. Devi diventare un bambino, come Gesù, come noi. Natale, tenerezza e fragilità. Questo pesebre è preparato per té.

-Beh, ma ormai ho un'età che non so se ci starebbe nella culla....

-Oggi è l'Epifania, non è vero? Oggi tutto è magico, e qui nel cielo lo è ancora di più. Per favore, salite. Presto, il Signore vuole vedervi.

-Va bene, ma lasciatemi salutare i lettori, perché non potrò più raccontarli.

-Camminerò, camminerò...

Beh, sapete, miei cari, io vado sul portale, perché quest'anno tocca a me smettere di narrare e vivere da protagonista. Forse l'anno prossimo toccherà a voi, o forse toccherà a noi ogni anno, ma siamo così distratti che non ce ne rendiamo conto.

Oggi non è solo un giorno di nervosismo ed eccitazione per i piccoli di casa. Oggi è il giorno in cui tutti noi diventiamo bambini, contempliamo il mistero più grande dal basso, ci lasciamo regalare dai Re Magi, spalanchiamo gli occhi e ci stupiamo di tutto ciò che Dio fa in noi, ringraziamo il bambino per essersi fatto uomo e chiediamo agli uomini di diventare bambini, come tutti i santi, i piccoli amati figli di Dio, hanno saputo fare e continuano a fare in cielo.

Buona Epifania!

L'autoreAntonio Moreno

Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.

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