La visita del Papa in Iraq si è conclusa poche settimane fa, con tanti momenti significativi che sono rimasti ben impressi nella memoria storica del mondo; i principali sono oggetto di una rubrica di opinione in questo numero. Uno di questi momenti singolari è stata la preghiera "dei figli di Abramo", pronunciata da Francesco alla presenza di diversi rappresentanti musulmani e in unione ideale anche con i credenti dell'ebraismo, proprio nella città di Ur, da cui partì Abramo. Il Santo Padre ha pregato affinché Dio "ci renda strumenti di riconciliazione, costruttori di una società più giusta e più forte.
Il Papa ha così alluso al ruolo - e alla responsabilità - delle religioni nella costruzione dell'ordine sociale, naturalmente dalla loro prospettiva, che non è esclusivamente terrena. Infatti, la religione non è solo una questione privata o interna, nascosta nella coscienza dei credenti, ma ha una dimensione esterna e collettiva consustanziale. Tre anni fa, sempre in un contesto interreligioso, il Papa ha parlato dell'attualità di questo approccio "di fronte a quel pericoloso paradosso che persiste oggi, secondo il quale, da un lato, si tende a ridurre la religione alla sfera privata, senza riconoscerla come dimensione costitutiva dell'essere umano e della società, e, dall'altro, si confondono la sfera religiosa e quella politica senza distinguerle adeguatamente". (Il Cairo, 28 aprile 2017). Sono proprio questi i due estremi a cui il secolarismo finisce per condurre nella pratica.
Ma ci sono altri modi per dare forma e incanalare normativamente il contributo delle religioni alla vita sociale che evitano questi rischi. Questo è il caso di quello che viene solitamente chiamato "laicismo", di cui la Costituzione spagnola è un esempio; più precisamente, la Costituzione spagnola lo ha formulato in un modo che la Corte costituzionale ha definito "laicismo positivo". È in linea con altri sistemi democratici, sia perché ciò è espressamente definito nei loro testi costituzionali, sia come risultato di un prudente riorientamento di approcci originariamente meno collaborativi con le confessioni religiose.
Omnes ha organizzato un Forum per discutere questi temi e le loro traduzioni pratiche. Hanno partecipato importanti rappresentanti del cattolicesimo (il segretario generale della Conferenza episcopale spagnola, mons. Luis Argüello) e dell'ebraismo (il signor Isaac Querub, delle comunità ebraiche), moderati dalla professoressa Montserrat Gas. Il dialogo non solo ha contribuito a chiarire i concetti teorici, ma ha anche fatto luce e fornito argomenti su dibattiti e proposte attuali. Chi è interessato può guardarlo in qualsiasi momento all'indirizzo YouTube.