TribunaIl cardinale Carlos Osoro Sierra

Dopo l'Anno della Misericordia progettiamo la nuova era

Recentemente elevato al cardinalato, l'arcivescovo di Madrid fa un bilancio dell'Anno giubilare della misericordia e ci invita a guardare al futuro, chiamandoci a essere artefici e protagonisti di una nuova era della misericordia.

30 dicembre 2016-Tempo di lettura: 3 minuti

Seguendo le orme dei suoi predecessori, nell'Anno della Misericordia il Papa ha voluto offrire alla Chiesa un tempo di grazia per intraprendere e assumere un cammino chiaro, attraente, radicale; quello che lui stesso ci ha detto nella Bolla di Convocazione: "La misericordia è la trave principale che sostiene la vita della Chiesa". (Misericordiae vultus 10). Francesco ce lo ha ricordato costantemente negli ultimi mesi ed è riuscito a mettere il desiderio del Signore nel cuore delle persone: "Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia". (Mt 5, 7).

Già nei primi momenti del suo pontificato, ci ha detto in modi diversi che la prima verità della Chiesa è l'amore di Cristo. Ricordo che quando ha celebrato la sua prima Messa con il popolo di Roma nel marzo 2013, ha sottolineato che "il messaggio più forte del Signore". Perché? Ci accorgiamo del mondo in cui viviamo? Percepiamo gli effetti del tracciare confini e del rimanere sempre in giudizio sugli altri?

Ora che abbiamo chiuso l'Anno della Misericordia, penso che Gesù Cristo direbbe più o meno di nuovo: "Non fate così tra di voi o con chi vi sta intorno, ma inchinatevi a ogni persona che incontrate lungo il cammino. Abbiate l'audacia di iniziare la nuova era inaugurata da Me; il vecchio è passato, qualcosa di nuovo è iniziato".. La migliore risposta alla grazia quest'anno è imitare il Dio che si è fatto uomo per dirci chi è e chi siamo: perdonare non con decreti ma con carezze, accarezzare le ferite dei nostri peccati per guarirle. Se abbiamo fatto l'esperienza di lasciarci guarire da Dio, andiamo a cambiare questo mondo con la grazia e la forza che Lui ci dà.

Come disse San Giovanni XXIII all'apertura del Concilio Vaticano II, "La Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che quella della severità".. E come sottolineava il Beato Paolo VI: "La mia miseria, la misericordia di Dio. Che io possa almeno onorare chi sei, il Dio della bontà infinita, invocando, accettando, celebrando la tua dolcissima misericordia". (Meditazione di Paolo VI sulla morte).

San Giovanni Paolo II, pensando a Santa Faustina Kowalska, ha poi intuito che il nostro tempo è proprio il tempo della misericordia. Nell'enciclica Immersioni in misericordiaha detto che "la Chiesa vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia, l'attributo più stupendo del Creatore e Redentore". (n. 13). Nella stessa ottica, il suo successore, Papa Benedetto XVI, ha sottolineato che "La misericordia è infatti il nucleo centrale del messaggio evangelico". (Domenica della Divina Misericordia, 30 marzo 2008).

Oggi è Papa Francesco che, con i suoi numerosi gesti - con i rifugiati, gli anziani, i senzatetto, eccetera - e ora con la lettera apostolica Misericordia et miseraci ricorda ancora una volta che "Questo è il tempo della misericordia". "Ogni giorno della nostra vita è segnato dalla presenza di Dio, che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito infonde nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare. È il tempo della misericordia per tutti e ciascuno, perché nessuno pensi di essere fuori dalla vicinanza di Dio e dalla forza della sua tenerezza, [...] perché i deboli e gli indifesi, i lontani e i soli sentano la presenza di fratelli e sorelle che li sostengono nelle loro necessità, [...] perché ogni peccatore non smetta di chiedere perdono e di sentire la mano del Padre che sempre accoglie e abbraccia". (n. 21).

Abbiamo l'audacia di lasciarci guidare dal Signore, in questa nuova epoca, in questo nuovo tempo, per disegnare il mondo con misericordia. Riuscite a immaginare tutti i popoli del mondo in sincera e aperta comunione e amicizia con Nostro Signore Gesù Cristo, donando al mondo la medicina della misericordia di Dio rivelata in Lui? Ho sempre inteso questa medicina dalla fedeltà di Dio a tutti gli uomini: "Se noi siamo infedeli, Lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso". (Tim 2:13). Voi e io possiamo rinnegare Dio, voltargli le spalle e persino peccare contro di Lui, ma Dio non può rinnegare se stesso. Egli rimane fedele, sempre fedele, in ogni caso. Non si stanca, aspetta, incoraggia, aiuta a rialzarsi, non rimprovera mai nulla.

L'umanità ha ferite profonde, frutto di scarti, scontri o tante nuove forme di schiavitù. Molti credono che non ci siano soluzioni, che non ci sia possibilità di salvezza. Uomini e donne di ogni età e situazione sociale hanno bisogno di un abbraccio che li salvi, che li perdoni alla radice e li inondi di amore infinito. Questa è la misericordia che Gesù Cristo vi offre e che vi rimette in cammino. Provate. Non costa nulla. È sufficiente lasciarsi abbracciare e perdonare. Non vi annoia mai, perché vi fa sperimentare ciò che il figliol prodigo ha visto e vissuto: "Era necessario fare festa e rallegrarsi, perché questo vostro fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto e lo abbiamo ritrovato". (Lc 15,32).

Osiamo essere progettisti e protagonisti del tempo della misericordia, tenendo conto di tutto ciò che abbiamo vissuto nel corso di quest'anno.

L'autoreIl cardinale Carlos Osoro Sierra

Arcivescovo di Madrid

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