Dio è in ogni passo

1° ottobre 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
vulcano di palma

"Dio non esiste a El Paso". Il titolo sovrapposto all'immagine di un'enorme lingua di lava incandescente che inghiotte una casa nella città delle palme di El Paso ha raggiunto il suo obiettivo e ha quasi triplicato i "mi piace" dei post immediatamente precedenti e successivi pubblicati sull'account Instagram di un quotidiano nazionale spagnolo.

Leggendo attentamente la notizia, scopriamo che la frase scelta per illustrare la fotografia è pronunciata da Rosa, una residente di El Paso, dopo aver ricordato che l'eruzione vulcanica si è verificata solo un mese dopo un incendio che ha causato anche l'evacuazione di diversi vicini per il rischio che il fuoco raggiungesse le loro case.

La frase di Rosa è la sintesi della grande domanda dell'uomo su Dio. Chi non si è chiesto in questi giorni dove sia Dio contemplando la fuga delle famiglie, la paura sui volti dei vicini, l'angoscia di chi ha perso il proprio sostentamento, la propria attività, la propria illusione? Tutti noi abbiamo il diritto, Dio ci ha dato il diritto, di chiederci perché, di mostrare i nostri dubbi sulla sua esistenza o sulla sua bontà in situazioni come queste. C'è una ribellione innata contro l'ingiustizia, contro il male: perché io, perché io, perché io?

In questo primo ottobre, festa di Santa Teresa di Lisieux, mi viene in mente un brano tratto da Storia di un'anima in cui la carmelitana Dottore della Chiesa racconta un pellegrinaggio che fece a Roma da bambina. Passando per Napoli, descrive le "cannonate" e la "densa colonna di fumo" del Vesuvio e la potenza di Dio che ha visto nella sua manifestazione. A parte le coincidenze vulcaniche, la santa, la cui salute delicata la portò a soffrire terribilmente fino alla morte, avvenuta all'età di 24 anni, ha ricordato il viaggio che fece con un gruppo di persone molto distinte, alloggiando in alberghi principeschi, e ha riflettuto su come le cose materiali non siano garanzia di felicità, perché "la gioia non si trova nelle cose che ci circondano, ma nell'intimo della nostra anima (...). La prova è che sono più felice al Carmelo, anche in mezzo alle mie sofferenze interiori ed esteriori, che nel mondo, circondato dalle comodità della vita".

Quindi, si può perdere una casa ed essere comunque felici? Si può perdere la salute o aspettare di morire ed essere comunque felici? Si può soffrire e dire che Dio esiste e ti ama?

È nota la storiella di un uomo che, alla fine dei suoi giorni, camminava lungo la spiaggia in compagnia di Gesù, ripercorrendo con lui tutta la sua vita. Guardando indietro vide le due coppie di impronte sulla sabbia, ma a volte le impronte erano quelle di una sola persona. L'uomo rimproverò il Signore: "Guarda, nei momenti più difficili della mia vita, quando ho perso il lavoro, quando ho avuto quell'incidente, quando è morta mia figlia... Nei momenti in cui avevo più bisogno di te, mi hai lasciato solo". Il Signore, sorridendo, gli gettò un braccio sulle spalle, gli indicò quelle orme lontane e gli spiegò: guarda bene. In quei momenti difficili, le impronte che scompaiono non sono le mie, sono le vostre. E il fatto è che, quando non riuscivi ad affrontare la tua vita, sono stato io a prenderti sulle spalle e a continuare a camminare per te.

È il mistero scandaloso di un Dio che si è incarnato e che ha sofferto con le sue creature fino al punto di esclamare: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Non è, insomma, la frase di Rosa sull'immagine della casa inghiottita dal magma? La fede ci mostra oggi, sulle ceneri di La Palma, solo un paio di impronte. Sono le impronte di Gesù che prende Rosa e tanti altri sulle sue spalle per aiutarli a camminare, passo dopo passo, in tutti i passi del nostro tempo.

L'autoreAntonio Moreno

Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.

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