Il dialogo con gli altri è un bisogno umano, una condizione dell'essere delle persone. Li umanizza e li arricchisce e permette loro di sviluppare azioni comuni. In questo senso, è necessario per la convivenza nella società, perché non c'è altro modo per articolare progetti comuni e aggiungere i contributi di tutti. Se ci sono ferite o dubbi, può essere difficile, ma aprirà la strada alla riconciliazione. Come sembra ovvio, presuppone il riconoscimento di una dignità comune a tutti, al di là delle differenze di qualsiasi tipo, e la fedeltà di ciascuno alle proprie convinzioni personali. Questo arricchisce tutti, invece di impedire l'ascolto o la collaborazione.
Ci sono momenti in cui gli atteggiamenti di dialogo e di rispetto si rivelano auspicabili e vantaggiosi. Questo è il caso di alcune situazioni attuali, in ambiti diversi. In ambito religioso, abbiamo appena celebrato l'annuale settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, con segni di comprensione e di affetto che, senza nascondere le differenze, mostrano un reale avvicinamento dei credenti in Cristo, il tutto nella prospettiva del quinto anniversario della riforma luterana del prossimo anno. Nei rapporti tra le diverse religioni, va sottolineata la calorosa accoglienza riservata al Santo Padre nella sinagoga di Roma, nel contesto incoraggiante creato dai documenti pubblicati quasi contemporaneamente a dicembre dalla Commissione della Santa Sede per i rapporti con l'ebraismo e da un gran numero di rabbini, che includono un approccio inedito alla considerazione reciproca. Anche nelle relazioni con i musulmani, i benefici del dialogo e la necessità di promuovere la riconciliazione sono evidenti. Lo stesso principio dovrebbe accompagnare gli sforzi necessari per integrare i migranti e i rifugiati in Europa.
In un altro contesto, anche l'attuale situazione politica in Spagna richiede, secondo un'interpretazione unanime, una nuova disponibilità al dialogo. Il Compendio della Dottrina sociale ci ricorda che la promozione del dialogo deve ispirare l'azione politica dei cristiani laici (n. 565). È necessario trovare il modo di promuoverlo ai vari livelli in cui si presentano i problemi, molti dei quali gravi e apparentemente senza uscita: politico, lavorativo, economico, territoriale, ideologico... Ma la società ha anche bisogno che il dialogo non si riduca a un elemento tattico, a una risorsa a breve termine per trovare formule che risolvano solo le difficoltà a breve termine. Deve tradursi in una nuova disponibilità a servire progetti comuni di convivenza. Potrebbe essere un'opportunità per rafforzare la democrazia e rinnovare la cultura politica.