A Giovanni 4, 1-30 racconta quello che forse è stato uno dei più ampi dialoghi mai registrati nel Vangelo. Non era tra Gesù e un apostolo, un sacerdote del tempio o uno studioso della parola. Si tratta piuttosto di una donna peccatrice, alienata e segnata, non ebrea, ma samaritana. Gesù, che ha sempre sete di anime, come quando sulla croce del Calvario disse "Ho sete", ai piedi del pozzo di Giacobbe disse a questa samaritana: "Ho sete di anime".Datemi da bere. Ma se tu conoscessi il dono di Dio e riconoscessi colui che ti chiede l'acqua, la chiederesti a me e io ti darei l'acqua viva. Perché in verità vi dico che chiunque beve di quest'acqua (del pozzo) avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete".
Sotto il bagliore implacabile del sole cocente dei deserti della regione di Samaria, con un paesaggio imbiancato dalla siccità e dall'aridità, si dipinge un contrasto abbagliante tra le realtà umane e le promesse divine. In questo deserto verranno offerti fiumi di acque vive che scorreranno nell'eternità. Il dramma della vita di una donna con una profonda e insaziabile mancanza di affetto stava per essere trasformato. All'esperienza abituale e quotidiana dell'esilio e della desolazione a causa dell'errore o del peccato, le verrà promessa l'esperienza di anime liberate, in intimità spirituale con Dio, che si intrecciano dopo essersi incontrate a un bivio decisivo della vita.
Cuori assetati
Gesù stava parlando a una donna anonima per i lettori, ma ben conosciuta nel suo villaggio. Per tutta la vita ha cercato di riempire vuoti notevoli con esperienze di amore fallite. Sono questi vuoti nell'essere umano che diventano ricerche urgenti ma infruttuose. La Samaritana aveva vissuto cinque esperienze d'amore fallite che non potevano più essere camuffate o scusate.
Quelle cinque rotture amorose sono arrivate nella sua vita cariche di insicurezza, disprezzo, negligenza, abbandono, irrilevanza, apatia, tristezza e desolazione. Ma come si fa a innaffiare il deserto di Samaria fino a farlo fiorire, e come si fa a trasformare una vita che è stata depredata di tanta innocenza, scopo, realizzazione e felicità? È la domanda che si sente spesso negli studi di psicologi, consulenti di vita e guide spirituali. La risposta è questa: solo accettando un'offerta da non rifiutare: il Creatore dei mari e dei fiumi ne devierà uno dal suo corso per costringerlo ad attraversare un cuore arido fino a bagnarlo di nuove illusioni e speranze.
L'umanità con un volto di donna
La Samaritana non è solo il volto di una donna consumata o invecchiata dai colpi della vita; è anche colei che rappresentava in quel momento i peccati di tutti gli abitanti della Samaria che avevano costruito un tempio sul monte Gerizim in disobbedienza a Dio, allontanandosi dalla religione e dai costumi ebraici. I Samaritani, in alcuni momenti della loro storia, adoravano 5 divinità portate da 5 regioni pagane. Quando Gesù parla a questa donna con 5 mariti, parla a tutta la regione.
I peccati personali e i peccati sociali spesso si assomigliano e si intrecciano. L'umanità peccatrice ha il volto di una donna ferita, e il peccato di una nazione ha origine nel dolore di una bambina violentata della sua innocenza o di una creatura oltraggiata nella sua dignità e nel suo destino.
Il confessionale presso il pozzo
Il pozzo di Giacobbe è quel confessionale improvvisato dove continueranno ad arrivare anime assetate d'amore, ma traboccanti di dolore. Le ferite del passato sono acqua contaminata e stagnante che minaccia di farci ammalare. La sete nel cuore di una donna ferita ha molti nomi e aggettivi: sete di rilevanza, di bellezza, di giovinezza, di uno scopo, di una maternità di successo con frutti ed eredità. Il Signore Gesù, medico e guaritore dei cuori trafitti, sottolinea e conferma che i bisogni dell'anima sono reali per la sopravvivenza quanto quelli del corpo, e offre generose porzioni di amore e perdono. "Prendete dell'acqua che vi offro, perché verrà il momento, ed è vicino, in cui I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità." Che annuncio! Che profezia per un mondo che anela a ciò che più lo sosterrebbe: la presenza costante del suo Dio! E che offerta così impossibile da rifiutare!
È ora di smettere di elemosinare briciole d'amore quando il Pane della Vita vi sta parlando. E se accettate il dono di Dio, uscite dall'anonimato e lasciatevi riconoscere come donna libera e guarita.
Una donna guarita sarà posizionata e abilitata a trasformare molti, come quando, alla fine di Giovanni 4, fu lei, e non i discepoli di Gesù, a finire per evangelizzare la Samaria. È la figlia, la moglie, la madreLa maestra, la catechista, la donna coraggiosa e assertiva, che si è lasciata guarire per diventare portatrice di guarigione per molti. Anche voi vi sedete con Gesù nel "pozzo di Giacobbe", o meglio ancora nel confessionale e davanti al Santissimo Sacramento, per iniziare o completare il dialogo più ampio e completo che abbiate mai avuto con Lui, e vi assicuro che che non avrete mai più sete.