Chiedere una preghiera

Se c'è una cosa che ho capito è che la preghiera ci rende davvero una famiglia. Ci rende famiglia in Dio.

28 dicembre 2022-Tempo di lettura: 2 minuti

Qualche anno fa, Miguel Ángel Robles ha pubblicato su ABC un articolo antologico dal titolo Pregate per me. Quell'articolo è ancora uno di quelli che continuano a segnare il mio profilo professionale e personale. Non ho ancora finito di scrivere queste righe quando mi arriva tra le mani la seconda parte di questo articolo.

In questi giorni, posso dire di aver sperimentato in prima persona le parole di Robles: "Pregare non fa miracoli, o fa miracoli, non lo sapremo mai, ma offre consolazione a colui che prega e a colui per il quale si prega. La preghiera non è mai inutile, perché conforta sempre".

Come molti a Madrid, qualche giorno fa, tra canti natalizi e lotterie, abbiamo ricevuto la gelida notizia dell'incidente in cui hanno perso la vita due giovani fratelli. Erano buoni figli, amici dei loro amici e anche amici di Dio. Forse non li conoscevamo, ma erano vicini.

Insieme alla triste notizia, la sua famiglia, i credenti, ci hanno chiesto di pregare. Ho trasmesso la richiesta a chi conoscevo e anche, quasi senza pensarci, ho chiesto di pregare attraverso un social network: di pregare per loro, per la loro famiglia..., alla fine, per tutti. Perché, se c'è una cosa che ho capito grazie a queste migliaia di persone, è proprio questa, migliaiaIl messaggio delle persone che hanno detto una, forse piccola, preghiera per loro, è che, in effetti, la preghiera ci rende famiglia. Ci rende famiglia in Dio.

Non è che Diego e Alex "potrebbero essere" i miei fratelli, ma è solo che erano i miei fratelli..., e i miei cugini e i miei zii, e i miei amici. Erano te e erano me.

Ho capito che ci sono molte più persone buone di quanto a volte pensiamo. Quelle migliaia di persone sconosciute, provenienti da luoghi sconosciuti a molti di noi, cristiani e di altre confessioni, hanno dedicato un momento della loro vita non solo a pensare, ma a pregare, per quei bambini, per quella madre e quel padre, per quei fratelli e sorelle e amici.

Non so voi, ma io, che credo in quella che chiamano la Comunione dei Santi, ho avuto la fortuna di sperimentarla, nella sua versione 3.0 più autentica.

Continuerò a chiedere preghiere. Sono sicuro che lo farò. Non so se da una parte o dall'altra; se per strada o in rete, con segnali di fumo o con una canzone. Continuerò a chiedere preghiere senza complessi e a mettere sveglie sul mio cellulare per pregare per chi le chiede perché, con la preghiera, con questo metterci davanti a un Dio che forse a volte non capiamo, io e voi saremo sempre migliori.

L'autoreMaria José Atienza

Direttore di Omnes. Laureata in Comunicazione, ha più di 15 anni di esperienza nella comunicazione ecclesiale. Ha collaborato con media come COPE e RNE.

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