Il 20 maggio, il "Scuole occorrentiI "Villaggi dei Bambini" hanno ricevuto la visita di Papa Francesco a Roma. L'occasione è stata l'apertura di nuove filiali che permettono di raggiungere più di un milione di bambini e giovani in tutto il mondo.
Il Scholas sono progetti educativi inclusivi che mirano ad abbattere i muri: laboratori per una cultura dell'incontro che lavorano anche con una forte attenzione allo sport e all'arte. L'adesione è molto semplice: il direttore di un determinato istituto deve soltanto registrarlo sul sito web www.scholasoccurrentes.org.
L'idea è venuta all'allora arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Bergoglio, vent'anni fa. È stato lui a proporre un "piano di salvataggio"per i giovani che erano a rischio di essere un "generazione a rischio di abbandono". Situati ai margini del sistema produttivo, molti di loro sono confinati in un eterno falso presente: un momento senza tempo privato sia della memoria che della prospettiva del domani.
Più che una scuola in senso canonico, "Scholas"è una rete di scuole sponsorizzate dalla Chiesa che cerca di armonizzare il linguaggio della testa con quello del cuore e delle mani. Dice di sé che è sia un'istituzione che una storia. Scholas è la storia del proprio viaggio verso gli incontri che ricrea.
Scholas è nato il 29 marzo 2000, quando in una bella mattina d'autunno australe, Bergoglio, pala alla mano, piantò un albero che avrebbe chiamato "ulivo della pace". Accanto a lui c'erano studenti di scuole pubbliche e paritarie, cattolici e di altre religioni, che hanno iniziato ad aprirsi l'un l'altro, discutendo di piccoli e grandi temi legati alla città, al Paese e al mondo. Da allora quel piccolo seme è cresciuto fino a diventare una pianta che integra studenti provenienti da 190 Paesi.