Anonimo

Nella Passione di Cristo, gli anonimi sono persone che non hanno ben chiaro cosa vogliono, ma che approfittano di qualsiasi folla per dare libero sfogo ai loro istinti più bassi: criticare, insultare, diffamare e persino linciare, se necessario, chiunque passi di lì.

15 aprile 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
Anonimo

(Pexels)

Tra i personaggi più ignobili che compaiono nelle letture della Passione di Cristo che vengono proclamati ora, a Pasqua, ce ne sono alcuni di grande attualità. Sono proliferati sui social network e stanno diffondendo la loro influenza perniciosa in tutta la società.

Questi sono i personaggi anonimi. Ma non mi riferisco a quelli i cui nomi non compaiono, forse per ignoranza della evangelista come la serva che era la portinaia del palazzo del sommo sacerdote, la guardia che lo schiaffeggiò durante l'interrogatorio o i criminali che furono crocifissi accanto a lui (anche se la tradizione li battezzò in seguito come Dismas e Gestas); ma quelli che agiscono nell'anonimato, protetti dalla folla.

Sono persone che non hanno ben chiaro cosa vogliono, ma che approfittano di qualsiasi folla per dare libero sfogo ai loro istinti più bassi: criticano, insultano, diffamano e all'occorrenza linciano chiunque passi. Da soli non sarebbero in grado di uccidere una mosca, ma trovano piacere nel diventare una folla inferocita perché, agendo in branco, le responsabilità si diluiscono e così le possibili conseguenze.

Convalidare le azioni degli altri

Senza dubbio, questi personaggi sono stati fondamentali per la morte di Gesù, perché con il loro atteggiamento hanno convalidato le azioni di coloro che oggi riteniamo responsabili: i sommi sacerdoti e Ponzio Pilato. Nessuno di loro avrebbe osato giustiziare colui che il popolo considerava un profeta senza l'appoggio complice di alcuni di questi anonimi capaci di fare molto rumore, molto più della maggioranza del popolo.

Nella nostra società digitale, le piazze e le strade dove tradizionalmente si svolgevano le proteste e le rivendicazioni hanno lasciato il posto ai social network, dove tutti possiamo esprimere le nostre opinioni sulle questioni che ci riguardano. Ma, a fronte di una minoranza che appare identificata, con nomi e cognomi, che si assume la responsabilità dei diritti e dei torti che può commettere quando esprime le proprie opinioni, c'è una massa enorme di account anonimi o con identità molto diffuse.

In una manifestazione pubblica, tipica degli Stati democratici, chi indossa un passamontagna o si copre il volto con una maschera è chiaramente intenzionato a creare problemi, e spesso sappiamo che chi agisce in questo modo non si identifica con l'oggetto della protesta, ma lo usa solo come scusa per godere di violenza e saccheggio.

Anonimi e veri colpevoli

Capisco chi, in un regime autocratico, deve proteggere la propria identità per condividere le proprie idee senza essere arrestato; ma in un Paese democratico, dove la libertà di espressione è assicurata, che senso moralmente accettabile ha andare in giro per le reti a diffondere pettegolezzi o a tifare per chi lo fa, ad attaccare altre persone senza mostrarne il volto, a promuovere l'odio o a molestare altre persone? Lo si può capire solo dalla più assoluta bassezza umana, dalla vile malvagità di coloro i cui nomi non compaiono nelle narrazioni della Passione, ma che furono veramente colpevoli della morte di un innocente.

Quando ad agire in questo modo sono membri della comunità cristiana, intenti a criticare senza carità, giustizia e verità qualsiasi mossa del Papa, di questo o quel vescovo o movimento diverso dal proprio, il peccato mi sembra molto più grave. Mi ricordano quei bambini che, nel film La passione di Cristo, tormentano Giuda fino alla disperazione e lo fanno impiccare. All'inizio sembrano innocui, perfino simpatici; ma non appena prendono piede, si scatenano con schiaffi, insulti e morsi, rivelando la loro vera identità demoniaca.

Forse voi che mi leggete siete stati tentati di "camuffarvi" attraverso un profilo anonimo sui network per poter parlare e dire ciò che la vostra identità vi impedisce di dire pubblicamente, perché vi metterebbe nei guai disciplinari o vi farebbe fare brutta figura davanti ai vostri amici o alla vostra famiglia. Pensate bene da dove può nascere l'idea di nascondere la personalità che Dio vi ha dato a sua immagine e somiglianza per assumere un aspetto diverso dal vostro e aggressivo nei confronti dell'altro, per quanto riprovevole sia ciò che ha fatto. E ricordate la scena del film di Mel Gibson: non vedete che, sebbene i personaggi siano anonimi, il promotore della loro azione ha un nome noto a tutti? Quindi, fate attenzione a non cadere nelle reti che si diffondono.

L'autoreAntonio Moreno

Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.

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