Nella lettera, che serve a tutti i cattolici, in particolare a quelli europei, il Papa desidera "per incoraggiare la ricerca di una risposta parriotica alla situazione attuale".e sottolinea alcuni presupposti per il discernimento ecclesiale. Un primo gruppo di elementi ha a che fare con quello che potremmo considerare il discernimento prudenziale o etico, integrato nell'esperienza cristiana: realismo e pazienza; analisi e coraggio di camminare insieme, guardando la realtà e con le energie delle virtù teologali. Ecco un riferimento a un nuovo Pelagianesimo affidare tutto a "strutture e organizzazioni amministrative perfette". (Evangelii gaudium, 32), e il nuovo gnosticismo di coloro che "Volendo farsi un nome e diffondere la loro dottrina e la loro fama, cercano di dire qualcosa di sempre nuovo e diverso da ciò che la Parola di Dio ha dato loro".. Come in precedenti occasioni, il Papa propone "gestire l'equilibrio con speranza e non avendo "paura dello squilibrio (cfr. Evangelii gaudium, 97).
Per migliorare la nostra missione evangelizzatrice abbiamo il discernimento, che oggi deve avvenire anche attraverso sinodalità. Si tratta di "vivere e sentire con la Chiesa e nella Chiesa, il che, in molte situazioni, ci porterà anche a soffrire nella Chiesa e con la Chiesa".sia a livello universale che individuale. A tal fine, occorre cercare percorsi reali, affinché tutte le voci, comprese quelle dei più semplici e umili, abbiano spazio e visibilità.
Francesco indica anche altre condizioni di discernimento che sono specificamente ecclesiali, perché il discernimento avviene all'interno della vita della Chiesa come corrispondenza alla grazia di Dio.
È necessario "mantenere sempre viva ed efficace la comunione con tutto il corpo della Chiesa".senza essere bloccati nelle nostre particolarità o schiavi delle ideologie. Ciò richiede una connessione con il Tradizione vivente della Chiesa. Questo quadro è garantito dal riferimento alla santità che tutti dobbiamo promuovere e alla maternità di Maria; dalla fraternità all'interno della Chiesa e dalla fiducia nella guida dello Spirito Santo; dalla necessità di privilegiare una visione ampia dell'insieme, ma senza perdere l'attenzione per il piccolo e il vicino.
Per consentire la corrispondenza personale con la grazia, soprattutto per i pastori, è necessaria anche una "stato di veglia e di conversione".Sono doni di Dio da implorare attraverso la preghiera, che comprende l'adorazione, il digiuno e la penitenza. In questo modo possiamo aspirare ad avere gli stessi sentimenti di Cristo (cfr. Fil 2,7), cioè la sua umiltà, povertà e coraggio.
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Santiago de Compostela. Professore di Ecclesiologia e Teologia pastorale presso il Dipartimento di Teologia sistematica dell'Università di Navarra.