In una Basilica di San Pietro splendente dopo i lavori di restauro del Baldacchino e della Cattedra del Bernini, Papa Francesco ha salutato ieri sera l'anno 2024, accompagnato da migliaia di fedeli, con la recita dei Vespri - la preghiera propria della Liturgia delle Ore - e il canto della Te Deum in segno di ringraziamento.
È comprensibile che il Romano Pontefice guardi all'anno appena concluso con gratitudine, poiché, dato il declino della sua salute nel corso del 2023, più di qualcuno avrebbe definito improbabili alcuni dei traguardi raggiunti negli ultimi dodici mesi.
La salute del Papa
Il 2024 è iniziato con un grande punto interrogativo. Nel febbraio dello scorso anno, un forte attacco di influenza ha causato a Francesco problemi respiratori e si è recato al Policlinico Gemelli dell'Isola Tiberina per una TAC per escludere una possibile polmonite. Questo disturbo è continuato, impedendogli a marzo, durante la Settimana Santa, di tenere l'omelia della Domenica delle Palme e di partecipare all'appuntamento annuale al Colosseo per la Via Crucis del Venerdì Santo. Nelle cerimonie liturgiche degli ultimi giorni abbiamo potuto constatare che, nonostante stia cercando di curarsi, la sua voce si incrina e il malessere non è ancora risolto.
Ha anche continuato a soffrire di forti dolori al ginocchio - da anni soffre di deterioramento della cartilagine e di osteoartrite - e la vista del Papa che viene portato in giro su una sedia a rotelle è diventata uno spettacolo comune. In ogni caso, il successore di Pietro non ha perso il suo umorismo porteño. Quando gli è stato chiesto di un livido apparso di recente sul lato destro del viso, ha osservato divertito - dopo il concistoro del 7 dicembre in cui ha nominato 21 nuovi cardinali - che era dovuto a un pugno dato da un vescovo che non voleva nominare cardinale. In realtà il livido era il risultato di un colpo accidentale al mento sul comodino.
Scritti, viaggi, il Sinodo e il Giubileo
Se abbiamo imparato qualcosa in questi 11 anni di pontificato, è che Francesco è il Papa delle sorprese. Forte di una volontà ferrea e di una lucidità sorprendente per un uomo di 88 anni - non dimentichiamo che è il terzo Pontefice più longevo della storia della Chiesa - ha continuato a guidare la Chiesa e ci ha regalato momenti importanti. Tra i tanti, eccone quattro:
1- Documento Dignitas Infinita e l'enciclica Dilexit Nos
L'8 aprile, il Dicastero per la Dottrina della Fede - guidato dal cardinale argentino Víctor Manuel Fernández - ha pubblicato la dichiarazione Dignitas Infinita sulla dignità umana, in occasione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell'ONU. Tra le altre questioni all'ordine del giorno, la Chiesa dichiara in questo documento che il cambio di sesso e la maternità surrogata sono contrari alla dignità della persona.
In ottobre, il Enciclica Dilexit Nos sull'amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo. Francesco ha voluto rivitalizzare la devozione al Sacro Cuore, che è diventata il tassello mancante di un pontificato incentrato sulla misericordia, il coronamento dell'Anno di preghiera e il miglior precedente per il Giubileo della speranza.
2- Il viaggio nel Sud-Est asiatico e in Lussemburgo e Belgio
Settembre è stato un mese di viaggi, con due viaggi molto diversi. Da un lato, il Papa ha compiuto un viaggio apostolico dal 2 al 13 in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. Come ha osservato durante l'udienza del mercoledì successivo al suo ritorno, ha ringraziato Dio per aver potuto "fare da Papa anziano" quello che "avrebbe voluto fare da giovane gesuita", cioè essere missionario in Asia e predicarvi il Vangelo.
Solo due settimane dopo, dal 23 al 26, è atterrato in Lussemburgo e in Belgio, due Paesi di antica tradizione cristiana dove il fenomeno della secolarizzazione è in crescita. I media hanno descritto questo viaggio come difficile, in quanto il Papa ha dovuto affrontare le accuse di abusi su minori all'interno della Chiesa. Inoltre, dopo la sua visita all'Università Cattolica di Lovanio, il centro accademico ha pubblicato un comunicato in cui si esprimeva "incomprensione e disapprovazione per la posizione espressa da Papa Francesco sul posto della donna nella Chiesa e nella società" in occasione del discorso tenuto in quella sede.
3- Chiusura del Sinodo sulla sinodalità
Dopo quattro anni di lavoro e un profondo processo di ascolto, preghiera e condivisione, il Sinodo della Sinodalità si è concluso nel 2024 con l'assemblea conclusiva di ottobre, al termine della quale il Sinodo della Sinodalità è stato presentato al Papa. Documento finale. Questo documento chiedeva una maggiore partecipazione dei laici alla vita e alla struttura della Chiesa, nonché una maggiore trasparenza e responsabilità. Il Papa ne ordinò la pubblicazione come se fosse un documento del proprio magistero e chiese alla Chiesa universale di attuarlo.
Decine di laici, uomini e donne, sacerdoti e suore hanno partecipato a questo sinodo come membri votanti, anche se Francesco ha chiarito che non si tratta di una "assemblea parlamentare" con varie fazioni, ma di uno sforzo per comprendere la storia, i sogni e le speranze di "fratelli e sorelle sparsi in tutto il mondo, ispirati dalla stessa fede, mossi dallo stesso desiderio di santità".
4- Inizio dell'Anno giubilare della speranza
L'inizio del Giubileo, con il motto "Pellegrini della speranza", è stato il grande evento con cui Francesco ha coronato l'anno appena concluso. Il Pontefice ha celebrato l'apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro la sera del 24 dicembre. Ha poi celebrato la Messa della notte di Natale. Ha concluso la sua omelia con queste parole: "Sorella, fratello, in questa notte la porta santa del cuore di Dio si apre per voi. Gesù, Dio con noi, nasce per te, per me, per noi, per ogni uomo e donna. E, sapete, con Lui fiorisce la gioia, con Lui la vita cambia, con Lui la speranza non delude".
Due giorni dopo, il 26, ha voluto essere presente all'apertura straordinaria di una Porta Santa nel carcere di Rebibbia, il più grande d'Italia, situato alla periferia di Roma. Il Papa ha aperto la seconda Porta Santa del Giubileo 2025 davanti a circa 300 persone, tra cui detenuti, familiari, direttori e personale del carcere. Questo anno di indulgenza e perdono per tutta la Chiesa durerà fino al 6 gennaio 2026.