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La giusta preparazione al matrimonio cristiano

L'Anno della famiglia "Amoris laetitia" si concluderà il 26 giugno 2022. Pochi giorni prima sono stati pubblicati gli Itinerari catecumenali dedicati alla vita matrimoniale. Un documento che si propone di aggiornare, rinnovare e soprattutto rendere reale l'inserimento delle famiglie cristiane nel cammino della Chiesa, con le circostanze attuali.

José Miguel Granados-12 settembre 2022-Tempo di lettura: 23 minuti
Matrimonio cristiano

Testo originale dell'articolo in inglese qui

Si tratta di orientamenti pastorali che, tenendo conto della ricchezza di situazioni che le famiglie vivono oggi, propongono una seria revisione della formazione matrimoniale cattolica. Gli itinerari formativi optano per un catecumenato concreto e reale, basato sull'accompagnamento delle coppie e delle famiglie nel corso della loro vita.

Vademecum della pastorale matrimoniale

Il 15 giugno 2022, il Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita ha pubblicato un importante documento dal titolo: Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Si tratta di un vademecum, o meglio di un prontuario che indica le linee guida o le norme per una pastorale di preparazione al matrimonio adatta al nostro tempo.

In continuità con l'insegnamento di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, il Santo Padre Francesco ha più volte sottolineato la necessità di questo catecumenato matrimoniale, da utilizzare come "antidoto per evitare il proliferare di celebrazioni nuziali nulle o incoerenti" (Discorso alla Rota, 21-1-2017).

In effetti, da un punto di vista negativo, la necessità di preparazione è particolarmente urgente nel nostro tempo, a causa dei pessimi segnali di crollo della relazione coniugale. Non possiamo stare a guardare il crollo del tessuto familiare in una cultura della disgregazione e del divorzio, che produce tanta distrazione umana.

La Chiesa, come madre e maestra, ha il dovere di "accompagnare responsabilmente coloro che esprimono l'intenzione di unirsi in matrimonio, affinché siano preservati dai traumi della separazione e non perdano mai la fede nell'amore" (Prefazio).

In senso positivo, è decisiva l'originalità e la finalità della proposta del catecumenato matrimoniale: "persegue lo scopo di riportare agli sposi il mistero della grazia sacramentale, che corrisponde loro in virtù del sacramento: far vivere la presenza di Cristo con loro e tra di loro"; per cui è necessario "percorrere con loro il cammino che li porta all'incontro con Cristo, o ad approfondire questo rapporto, e a realizzare un autentico discernimento della propria vocazione sponsale" (n. 6). Il dono dello Spirito, per produrre frutti di santità e di evangelizzazione, ha bisogno di essere accolto correttamente.

Formazione alla santità coniugale

In questo senso, dobbiamo riconoscere una certa mancanza di coerenza nell'azione pastorale, perché "la Chiesa dedica molto tempo, diversi anni, alla preparazione dei candidati al sacerdozio o alla vita religiosa, ma dedica poco tempo, solo poche settimane, a coloro che si preparano al matrimonio" (Prefazione). Per questo è necessario un rinnovato apprezzamento della vocazione al matrimonio, affinché sia conforme alla vocazione universale alla santità e alla missione - che con la sua specificità include anche i fedeli laici - enfaticamente proclamata dal Concilio Vaticano II. Si deve affermare che "il sacramento dell'Ordine, la consacrazione religiosa e il sacramento del matrimonio meritano la stessa cura, perché il Signore chiama uomini e donne all'una o all'altra vocazione con la stessa intensità e lo stesso amore" (n. 7). Per questo gli sposi cristiani hanno bisogno di una formazione completa, profonda e costante, affinché possano sviluppare il loro impegno per il bene dell'intera comunità umana.

Va notato che questo documento vaticano è limitato nelle sue intenzioni, perché non è un manuale per il corso prematrimoniale, né considera tutti i temi della pastorale familiare, ma offre solo le indicazioni più importanti per la preparazione alla vita matrimoniale. 

Per questo motivo, ci sono molti strumenti dottrinali e pastorali che devono essere articolati, come specificato nelle Liste di istruzioni per la pastorale familiare delle Conferenze episcopali e delle diocesi. 

Così, ad esempio, Francesco indica che questo documento dovrà essere integrato con "un altro in cui saranno indicati metodi pastorali concreti e possibili percorsi di accompagnamento, specificamente dedicati a quelle coppie che hanno assistito alla morte del loro matrimonio e vivono una nuova unione o si sono risposate civilmente" (Prefazione).

Trasversalità, sinodalità, continuità

Va tenuto presente che non si tratta di un testo normativo ma pastorale, aperto alla considerazione delle diverse realtà delle persone e degli ambienti da evangelizzare. Perciò, queste "sono linee guida che chiedono di essere recepite, adattate e messe in pratica in concrete situazioni sociali, culturali ed ecclesiali" (Prefazione), in un prudente esercizio da parte dei pastori e di altri che sono coinvolti nel delicato compito di preparare il cristiano alla vita matrimoniale.

Si segnalano tre grandi principi generali dell'azione pastorale. In primo luogogo, la trasversalitàil che "significa che la pastorale della vita matrimoniale non si limita all'ambito ristretto dei fedeli, ma attraversa molti altri ambiti pastorali ed è sempre presente in essi" (n. 12). In realtà, è la vita stessa della coppia (fidanzata o sposata) che viene accompagnata con cura dalla Chiesa, affinché la vocazione produca tutto il frutto di santità che contiene in germe, e sia capace di irradiare e fecondare la società con la vigna del matrimonio e della famiglia.

Nel secondo luogola sinodalitàperché "la Chiesa è comunione e realizza concretamente la sua comunione nel suo cammino insieme, nel coordinamento di tutti gli ambiti pastorali e nella partecipazione attiva di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice" (n. 13). In questo campo dell'azione ecclesiale, come in altri, dobbiamo evitare il ridicolo clericale, o il fatto che molti disattendano l'affetto del Signore trascurando i propri doveri: siamo tutti responsabili - ciascuno secondo la propria vocazione, capacità e carisma - dell'evangelizzazione della società, della cultura e delle persone.

Il terzo criterio è continuitàche "si riferisce al carattere non episodico ma prolungato nel tempo, e anche permanente". Questo ci permette di stabilire percorsi pedagogici che, nelle varie tappe di crescita, accompagnino l'instaurazione della vocazione al matrimonio nel cammino di iniziazione cristiana alla fede" (n. 14).
C'è qualcosa di analogo ai processi educativi o di maturazione umana: il loro abbandono o interruzione è controproducente e spesso dannoso.
Dobbiamo considerare diversi modi per adattarci adeguatamente alle situazioni della vita, ma non dobbiamo mai abbandonare il compito della formazione umana e cristiana. In questo senso, è necessario ricordare che "vanno evitati lunghi periodi di trascuratezza pastorale di alcuni aspetti della vita delle persone e delle famiglie, che purtroppo portano all'allontanamento dalla comunità e spesso anche dalla fede". (n. 15). Se la formazione viene trascesa, porta inevitabilmente alla confusione e all'esposizione a deformazioni ideologiche, come l'emotività passionale o il pansessualismo materialista. D'altra parte, un'educazione adeguata e ininterrotta favorisce lo sviluppo di persone e criteri, solidamente radicati nella verità del Vangelo e nelle virtù umane e cristiane.

Catecumenato

Aggiungiamo che, sebbene le modalità e le ammissioni possano essere molto varie, il catecumenato matrimoniale non è una cosa qualsiasi: ha una sua coerenza e alcuni trattati di base che vengono spiegati in questo documento. Inoltre, questa istituzione si ispira alla bella e secolare tradizione ecclesiale di preparazione al matrimonio degli adulti. "Il Rituale dell'iniziazione cristiana degli adulti può essere un quadro generale di riferimento a cui ispirarsi" (n. 19).

Per questo motivo, "nell'elaborazione di questo progetto, è necessario prendere in considerazione alcuni requisiti: che la formazione duri abbastanza a lungo da permettere alle coppie di riflettere e riflettersi; che, a partire dall'esperienza concreta dell'amore umano, la fede e il rapporto con Cristo siano posti al centro della preparazione al matrimonio; che sia organizzata in tappe, seguite - quando possibile e opportuno - da incontri di passaggio che si celebrano all'interno della comunità; che infine riunisca tutti questi elementi: formazione, riflessione, dialogo, confronto, liturgia, comunità, preghiera, celebrazione" (n. 16).

Nel documento si sottolinea che una proposta concreta per iniziare questo percorso potrebbe essere l'attuazione nelle diocesi, ove possibile, di un "progetto pilota" (n. 17). Tuttavia, "questo strumento pastorale non può essere semplicemente imposto come unico mezzo di preparazione al matrimonio, ma deve essere utilizzato con discernimento e buon senso" (n. 16). Un obbligo indiscriminato, infatti, potrebbe avere effetti controproducenti, come l'allontanamento di molti dal sacramento del matrimonio o l'impegno esterno e formale, come un requisito imperativo che deve essere sottoposto e adottato "con la forza". Si tratta piuttosto di un suggerimento coerente, che deve essere mostrato ai candidati come un'offerta plausibile di formazione completa. Affinché questo strumento formativo sia veramente efficace, deve essere presentato in modo appropriato e attraente, in modo che gli stessi candidati al sacramento del matrimonio lo scoprano e vogliano seguire il progetto dei protagonisti.

Guidare, aiutare, accompagnare

Nella caratterizzazione di questa modalità formativa, il documento considera alcune caratteristiche generali e metodologiche: il suo obiettivo deve essere "guidare, assistere e stare vicino alle coppie in un cammino da percorrere insieme"; "è una preparazione a una vita da vivere, non una lotta da superare"; evita il moralismo e deve invece curare il "tono propositivo, incoraggiante, stimolante e tutto ciò che è orientato al bene e al bello che si può vivere nel matrimonio"; allo stesso modo, deve tenere conto "della gradualità, dell'accettazione e del sostegno, ma anche della testimonianza di altri sposi cristiani che accettano e sono presenti lungo il cammino", perché ciò contribuirà a "creare un clima di amicizia e di fiducia" (n. 20 ), entrambi necessari per l'efficacia di questo percorso verso il matrimonio cristiano.

Ogni persona e ogni coppia sarà accompagnata nel suo cammino di riflessione, conversione e comprensione del significato umano e cristiano della vita coniugale, "seguendo sempre la logica del rispetto, della pace e della misericordia". Tuttavia, questo non porta mai a oscurare la verità e la carità del Vangelo proposto dalla Chiesa, e non deve mai permettere di oscurare il disegno divino dell'amore umano e del matrimonio in tutta la sua bellezza e grandezza" (n. 56).

Solo, "l'équipe di accompagnatori che guida il cammino può essere composta da coniugi assistiti da un sacerdote e da altri esperti di pastorale familiare" (n. 21). La presenza di coniugi non è dovuta solo alla scarsità del clero, ma risponde alla natura della vocazione coniugale degli evangelizzatori e alla naturalezza con lo stile di vita che gli sposi vogliono apprendere. Inoltre, rileva che "alcuni problemi complessi legati alla sessualità coniugale o all'apertura alla vita (ad esempio la paternità responsabile, la fecondazione artificiale, la diagnosi prenatale e altre questioni bioetiche) hanno forti implicazioni etiche, relazionali e spirituali per i coniugi, e richiedono oggi una formazione e un chiarimento specifico delle idee" (n. 22). Il documento chiede anche "l'urgenza di una formazione più adeguata di sacerdoti, seminaristi e laici (compresi i coniugi) nel ministero di accompagnare i giovani al matrimonio" (n. 86).

Valutare situazioni e predisposizioni

Dobbiamo anche considerare le diverse situazioni esistenziali di coloro che oggi accettano il sacramento del matrimonio, che devono essere identificate e accompagnate in modo adeguato e tempestivo. Il gran numero di persone che vivono più o meno a distanza dalla fede e dalla Chiesa richiede una proposta semplice e tempestiva: "L'esperienza pastorale in gran parte del mondo mostra ormai la presenza costante e diffusa di nuove iniziative di preparazione al matrimonio sacramentale da parte di coppie che già convivono, hanno contratto matrimonio civile e hanno figli. Tali iniziative non possono più essere scelte dalla Chiesa, né possono essere adottate all'interno di processi portati avanti da chi proviene da un percorso minimo di fede; richiedono piuttosto forme di accompagnamento personalizzato" (n. 25).

Spesso troviamo "coppie che hanno preferito vivere insieme senza sposarsi, ma che tuttavia rimangono aperte alle questioni religiose e pronte a unirsi alla Chiesa". Con simpatia, li si accoglie con cordialità e senza legalismo, apprezzando il loro desiderio di famiglia" (n. 40). Un'azione pastorale adeguata non si limita a schemi teorici, ma si colloca nel luogo vitale - atteggiamenti, disposizioni, situazioni, ecc - in cui le persone si trovano. in cui si trovano le persone, per poterle aiutare con saggezza umana e soprannaturale, secondo le loro necessità e la loro crescita, nella loro continua conversione e ascesa verso quel pensiero umano che è di per sé santità.

Riti significativi

Il documento propone alcuni riti simbolici o gesti quasi liturgici di iniziazione o di culmino delle varie tappe o fasi di questo processo o cammino formativo. "Tra i passi da considerare prima di entrare nel rito del matrimonio vero e proprio ci sono: l'accoglienza della Bibbia agli sposi, la presentazione alla comunità, la benedizione degli anelli dell'impegno, l'accoglienza della preghiera degli sposi che li accompagnerà nel loro cammino. L'opportunità di questo sarà valutata in base alla realtà ecclesiale locale. Ognuna di queste preghiere può essere accompagnata da una preghiera" (n. 23).

Questa iniziativa viene portata avanti con grande cautela, perché da un lato bisogna evitare di creare aspettative eccessive, che limitano la libertà dei candidati, e dall'altro non deve portare a confusione o identificazione con il rito sacramentale. Per questo motivo, il testo chiede "la necessaria prudenza e un'attenta valutazione di come fornire questi diritti, a seconda del contesto sociale in cui si trovano". In alcuni casi, ad esempio, può essere preferibile che questi eventi si svolgano solo all'interno del gruppo di coppie che segue l'itinerario, senza coinvolgere famiglie o altre persone. In altri casi, invece, è preferibile evitarli del tutto" (n. 26). Si tratta quindi solo di suggerimenti da tenere in considerazione e da utilizzare con cautela come stimolo a perseverare con entusiasmo nel cammino di formazione, evitando possibili effetti controproducenti.

Tappe. Preparazione a distanza

Trattandosi di accompagnare una crescita interiore, questo processo o percorso articolato deve tenere conto delle diverse fasi di sviluppo formativo e di maturazione umana e cristiana. Per questo motivo, il documento suggerisce che "in una prospettiva pastorale a lungo termine, sarebbe bene che il cammino catecumenale stesso fosse preceduto da una fase pre-catecumenale: questa coinciderebbe praticamente con il lungo periodo di preparazione a distanza al matrimonio, che inizia nell'infanzia. La vera e propria fase catecumenale si compone di tre fasi distinte: la preparazione iniziale, la preparazione immediata e l'accompagnamento nei primi anni di vita matrimoniale" (n. 24).

Nell'educazione familiare ed ecclesiale al vero amore durante l'infanzia e la giovinezza, gli obiettivi della formazione a distanza sono: "a) educare i figli all'autostima e alla stima degli altri, alla conoscenza della propria dignità e al rispetto degli altri; b) introdurre i bambini all'antropologia cristiana e alla prospettiva vocazionale contenuta nel battesimo che porterà al matrimonio o alla vita consacrata; c) educare gli adolescenti all'attività e alla sessualità in vista della futura chiamata all'amore generoso, esclusivo e fedele (nel matrimonio, nel sacerdozio o nella vita consacrata); d) offrire ai giovani un percorso di crescita umana e spirituale per superare immaturità, paure e resistenze e aprirsi a relazioni di amicizia e di amore, non possessive o narcisistiche, ma libere, generose e generose di sé" (n. 36) 

Alloggio: annuncio e maturazione del progetto coniugale

Nella fase intermedia o di accoglienza dei candidati al catecumenato matrimoniale, "sarà decisivo lo stile di relazione e di accoglienza realizzato dall'équipe pastorale"; perché "è importante che il momento dell'accoglienza diventi un annuncio del kerygma [ndt. Rinascita nel vangelo], poiché l'amore misericordioso di Cristo costituisce l'autentico luogo spirituale in cui la coppia è accolta" (n. 38).

Il documento sottolinea alcuni aspetti dello stile evangelizzatore che devono essere trattati soprattutto con fede: "la pastorale matrimoniale deve sempre avere un tono gioioso ed evangelico -vigoroso e allo stesso tempo propositivo-; la testimonianza, la bellezza e la forza propulsiva delle famiglie cristiane possono venire in aiuto dei pastori di fronte a queste sfide"; lo stesso sacramento del matrimonio deve essere oggetto di un vero annuncio da parte della Chiesa; fedeltà, unicità, definitività, fecondità, totalità, sono, in fondo, le dimensioni essenziali di ogni vincolo di amore autentico, compreso, voluto e costantemente vissuto da un uomo e da una donna" (n. 39).

È necessario aiutare a superare gli atteggiamenti superficiali che - spesso, in modo insoddisfacente e indiscutibile - hanno coloro che chiedono alla Chiesa il sacramento della Confermazione, perché "è importante che ci sia una disponibilità interiore a iniziare un cammino di fede con il catecumenato matrimoniale e la conversione" (n. 42). (n. 42).
Nel discernimento dell'intenzione matrimoniale, la dottrina della Chiesa distingue tra la virtù della fede nei candidati e la volontà di desiderare un vero matrimonio. "La presenza di una fede viva ed esplicita nella coppia è ovviamente la situazione ideale per arrivare al matrimonio con l'intenzione chiara e coscienziosa di celebrare un vero matrimonio. Tuttavia, una condizione necessaria per l'accesso al sacramento del matrimonio e per la sua validità rimane l'intenzione di fare ciò che la Chiesa intende fare quando celebra il matrimonio tra coppie sposate" (n. 44).

Pertanto, "se rifiutano esplicitamente e formalmente ciò che la Chiesa vuole realizzare celebrando il matrimonio, i coniugi non possono essere ammessi alla celebrazione sacramentale" (n. 45). I pastori non possono ignorare la formazione e la conversione delle anime, perché hanno il grave dovere "di far emergere le vere intenzioni degli sposi, affinché essi stessi ne prendano coscienza, e di evitare che la preparazione e la celebrazione del matrimonio si riducano ad atti estranei". Se invece, senza negare ciò che la Chiesa vuole ottenere, c'è una disposizione imperfetta da parte di coloro che desiderano sposarsi, la loro ammissione alla celebrazione del sacramento non deve essere esclusa" (n. 45).

In questa fase è necessario "approfittare di questa situazione come momento propizio per indurli a riscoprire la propria fede e portarla a maggiore maturità, tornando alle radici della propria fede", ravvivando il seme di vita divina già seminato in loro e invitandoli a riflettere sulla scelta del matrimonio sacramentale come consolidamento, santificazione e piena realizzazione del loro amore" (n. 45).
Pertanto, con pace e zelo, i pastori e le altre persone coinvolte in questo compito devono promuovere l'emergere di condizioni interiori adatte a realizzare un vero matrimonio, preparato nelle migliori condizioni possibili.

Tuttavia, con una certa frequenza accade spesso che entrambe le parti o "una di esse" si rifiutino di seguire il cammino catecumenale. In tutti questi casi aiuterà quasi sempre il sacerdote a valutare il modo migliore di procedere nella preparazione al matrimonio" (n. 46), per garantire non solo la validità del sacramento, ma anche che non finisca male, ma produca frutti di vita cristiana.

La preparazione prossima: itinerario vocazionale di fede

Per quanto riguarda la durata principale del catecumenato, "in termini generali, si suggerisce che la prima preparazione duri circa un anno, a seconda dell'esperienza precedente della coppia in materia di fede e partecipazione ecclesiale. Una volta presa la decisione di sposarsi, si può iniziare la preparazione immediata al matrimonio, della durata di alcuni mesi, in modo che diventi una vera e propria iniziazione al sacramento del matrimonio" (n. 48).

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario cambiare drasticamente la mentalità dei pastori e poi del popolo di Dio, affinché tutti prendano coscienza che la preparazione al matrimonio è qualcosa di serio e intenso, che non deve rimanere un esame superficiale di un breve corso. A tal fine può essere utile considerare l'analogia con il rigore della formazione accademica e professionale, che oggi è molto importante. Ebbene, la preparazione di soggetti virtuosi, realmente capaci di vero amore sponsale, che abbiano raggiunto la maturità della libertà del dono di sé, richiede uno sforzo formativo di grande portata, intensità e durata, al pari della preparazione alle capacità tecniche, artistiche o sportive....

"Il catecumenato matrimoniale acquisterà in questa fase il carattere di un vero e proprio cammino di fede, durante il quale il messaggio cristiano verrà riscoperto e riproposto nella sua perenne novità e freschezza". Anche i candidati al matrimonio saranno gradualmente introdotti alla predicazione cristiana" (n. 49). In questo periodo "le coppie saranno aiutate a inserirsi nella vita ecclesiale e a parteciparvi". Con delicatezza e calore umano, saranno invitati a partecipare ai momenti di preghiera, all'Eucaristia domenicale, alla confessione, alla preghiera, ma anche ai momenti di festa e di comunione" (n. 50)..

Inoltre, "sarà essenziale preparare un cammino di riflessione sui benefici del matrimonio, in modo da prepararci ad accogliere queste grazie e ad accoglierle come un dono" (n. 51).
"Sarà importante in questa fase approfondire tutto ciò che ha a che fare con il rapporto di coppia e le dinamiche interpersonali che esso comporta, con le sue regole, le sue leggi di crescita, gli elementi che lo rafforzano e quelli che lo indeboliscono" (n. 52). Per questo è necessario affidarsi ai contributi della scienza umana.

Parimenti, "devono essere adeguatamente comprese: le dinamiche umane della sessualità coniugale, la corretta concezione della paternità responsabile, l'educazione dei figli" (n. 53). E, infine, è necessario "essere consapevoli delle possibili debolezze psicologiche e/o affettive, che possono ostacolare o addirittura annullare del tutto l'impegno di dedizione e amore reciproco che i coniugi si promettono. Ma possono essere lo stimolo per un più serio processo di crescita che si prepara a raggiungere una sufficiente condizione di libertà e maturità interiore" (n. 54).

L'obiettivo specifico di questa tappa centrale del catecumenato matrimoniale è "finalizzare il discernimento di ogni coppia sulla propria vocazione al matrimonio". Questo può portare a una decisione libera, responsabile e ponderata di sposarsi, oppure può portare a una decisione altrettanto libera e ponderata di porre fine alla relazione e non sposarsi. Si tratta di un discernimento che deve avvenire anche nel contesto del dialogo spirituale" (n. 55).

11. Imparare che la castità è l'alleata dell'amore

Uno dei temi centrali di questa tappa formativa deve essere la corretta comprensione e l'apprendimento vitale della virtù umana e cristiana del matrimonio: "deve essere presentato come un vero alleato dell'amore, non come la sua negazione. È, infatti, il modo privilegiato per insegnare il rispetto dell'individualità e della dignità altrui, senza subordinarlo ai propri desideri. È di fondamentale importanza guidare e coltivare l'amore coniugale, preservandolo da qualsiasi manipolazione. Insiste, in ogni stato di vita, ad essere fedele alla verità del proprio amore.

Questo significherà, per la coppia, vivere il matrimonio in continuità e, una volta sposati, vivere l'intimità coniugale con integrità morale. Il matrimonio facilita la conoscenza reciproca tra i coniugi, perché impedendo che la relazione si basi sulla strumentalizzazione fisica dell'altro, permette un dialogo più profondo, una manifestazione più libera del cuore e l'emergere di tutti gli aspetti della propria personalità - umani e spirituali, intellettuali ed emotivi - in modo da permettere una vera crescita nella relazione, nella comunione personale, nella scoperta della ricchezza e dei limiti dell'altro: ed è questo il vero scopo della datazione del tempo.

I valori e le attenzioni infuse dalla virtù della castità sono diversi e bellissimi: il rispetto per l'altro, l'attenzione a non sottomettersi mai ai propri desideri, la pace e la delicatezza con il coniuge nei momenti di difficoltà fisica e spirituale, la forza e l'autocontrollo necessari in caso di malattia o malessere di uno dei coniugi, ecc. (n. 57).

Curare il fondo e la forma

Per quanto riguarda la metodologia di questa fase centrale, si sottolinea che "è necessario che la trasmissione dei contenuti teorici sia accompagnata dalla proposta di un cammino spirituale che comprenda esperienze di preghiera (personale, comunitaria e di gruppo), celebrazione dei sacramenti, spiritualità orante, tempi di adorazione eucaristica, esperienze missionarie, attività caritative" (n. 58). Tutto questo senza andare oltre il tono testimoniale di una fede sincera che permette un'autentica apertura e un rinnovamento interiore.

In sintesi, gli obiettivi della prossima preparazione sono: "a) fornire una catechesi di iniziazione alla fede cristiana e un approccio alla vita della Chiesa; b) vivere un'introduzione specifica al sacramento del matrimonio e prendere coscienza delle sue caratteristiche essenziali; c) affrontare i problemi legati alla relazione di coppia e prendere coscienza delle proprie carenze psicologiche e affettive; d) completare una prima fase di discernimento del partenariato sulla vocazione nuziale; e) proseguire con più decisione un cammino spirituale" (n. 63).

Preparazione immediata all'impeachment

Nei mesi che precedono la celebrazione del matrimonio, si svolge la preparazione immediata degli sposi. "Sarà opportuno richiamare i contenuti principali del processo preparatorio che segue: insisteremo sulle condizioni indispensabili di libertà e di piena consapevolezza degli impegni che comporta la scelta da compiere, legata alle caratteristiche essenziali del matrimonio" (n. 65).

Gli obiettivi della preparazione alla celebrazione del sacramento sono: "a) ricordare gli aspetti dottrinali, morali e spirituali del matrimonio; b) vivere esperienze spirituali di incontro con il Signore; c) per prepararsi a una partecipazione coscienziosa e fruttuosa alla liturgia della Chiesa" (n. 73).

Compensare le carenze e favorire l'integrazione ecclesiale

Sebbene questo itinerario presenti il quadro formativo ideale e completo, tuttavia nella realtà si verifica spesso e abitualmente che "alcune coppie sono inserite nell'itinerario catecumenale solo in questa fase e che la preparazione immediata è l'unica possibilità concreta di ricevere un minimo di formazione in vista della celebrazione del sacramento del matrimonio". Per loro sarebbe opportuno organizzare incontri personalizzati con l'équipe pastorale di preparazione al matrimonio, per far sentire loro la cura e l'attenzione, per affrontare insieme alcuni degli aspetti più personali della scelta matrimoniale, in base alla situazione della coppia, e per stabilire un rapporto di fiducia, cordialità e amicizia con gli accompagnatori". (n. 65).

Si tratta di superare le carenze con la carità, ma senza pensare che questa situazione eccezionale, per quanto diffusa, sia normale o buona. Con pace e prudenza, i pastori e gli altri membri della comunità cristiana dovrebbero cercare di includere i lontani nella vita della Chiesa e invitare tutti a partecipare al processo di adeguata formazione alla fede.
Inoltre, in questa fase è necessario "tenere sempre al centro l'incontro con il Signore come fonte di tutta la vita cristiana". Infatti, è sempre necessario andare oltre la semplice visione sociologica del matrimonio per far comprendere agli sposi il mistero di grazia che vi è implicito" (n. 66). In quest'ultima tappa che precede la celebrazione del matrimonio "sarà utile riformulare l'annuncio kerigmatico [ndr: evangelico] della redenzione di Cristo che ci salva dalla realtà del peccato, che sempre invoca la vita umana"; così come "il riconoscimento del perdono di Dio che, nella sacramento della riconciliazionedona il suo amore con una forza che supera quella di qualsiasi peccato" (n. 67).

15. Catechesi liturgica

La celebrazione del sacramento contiene una ricchezza divina trascendente, che non si riduce ad aspetti meramente umani come quelli sociali, sentimentali o festivi. Richiede ai ministri sacri e agli altri catechisti di imparare le menzogne delle parti rispetto a queste dimensioni sacramentali e missionarie - trascendenti e affascinanti - in cui forse sono appena entrati. "Le coppie devono essere illuminate sullo straordinario valore di segno sacramentale che acquisirà la loro vita coniugale: con il rito nuziale diventeranno sacramento permanente di Cristo che ama la Chiesa. Le coppie di sposi cristiani sono chiamate a diventare icone viventi di Cristo Sposo. È lo stesso modo di vivere e di relazionarsi degli sposi che deve rendere presente al mondo l'amore generoso e totale con cui Cristo ama la Chiesa e l'intera umanità. Ebbene, questa è la straordinaria testimonianza che tante coppie cristiane danno al mondo: la loro capacità di dedizione e dedicazione reciproca ai figli, la loro capacità di fedeltà, pazienza, perdono e compassione sono tali da mostrare che alla base della loro relazione c'è una fonte soprannaturale, qualcos'altro, inesplicabile in termini umani, che alimenta incessantemente il loro amore" (n. 68).

Durante tutto il processo di preparazione al matrimonio cristiano e, in seguito, per tutta la vita, bisogna affidarsi a un aiuto divino potente e decisivo: "La consapevolezza di una nuova effusione dello Spirito Santo durante il rito nuziale, che, inserendosi nel dinamismo della grazia iniziata nel battesimo dà una nuova connotazione alla carità divina infusa in noi dal battesimo stesso e che ora acquista i tratti della carità coniugale. È molto opportuno invocare i santi sacerdoti/beati del nostro tempo, che hanno già vissuto l'esperienza di essere mariti e mogli, padri e madri, e anche i santi intercessori, per accrescere la dignità dello stato di vita matrimoniale nella vita ecclesiale della comunità e per aiutarli a comprendere la bellezza e la potenza di questo sacramento nell'economia della salvezza" (n. 69).

16. Ritiro e confessione precedenti

Il documento insiste su una proposta molto valida: "qualche giorno prima del matrimonio, un ritiro spirituale di uno o due giorni sarà molto vantaggioso. Anche se questo può sembrare irrealistico, visti i tanti ostacoli che si frappongono all'organizzazione del matrimonio, va detto che proprio il trambusto delle tante incombenze pratiche legate all'imminente celebrazione può distrarre gli sposi da ciò che più conta: la celebrazione del sacramento e l'incontro con il Signore che viene ad aprire il loro amore umano, attingendolo dal suo amore divino. Nel caso in cui un vero ritiro fosse impossibile, un tempo di preghiera più breve (ad esempio un incontro serale, come una veglia di preghiera) potrebbe servire in alternativa" (n. 70). "Coinvolgere maggiormente i genitori, i testimoni e i parenti in un momento di preghiera prima del matrimonio può essere un'opportunità meravigliosa per tutti" (n. 72).

Si aggiunge un altro elemento essenziale: andare al sacramento della penitenza per ricevere la grazia del matrimonio nel miglior modo possibile, liberati dal peccato grave e purificati anche dai peccati minori. "Nel periodo che precede il matrimonio - nell'ambito del predetto ritiro spirituale o veglia di preghiera o anche in altro contesto - riveste grande importanza la celebrazione del sacramento della riconciliazione" (n. 71).
In questo modo, la coppia può ricevere la Santa Comunione - fonte di tutte le benedizioni divine e presenza della fedeltà nuziale di Cristo - durante la celebrazione del matrimonio.

17. Cura pastorale degli sposi novelli

La terza fase di questo processo si riferisce ai primi anni di vita matrimoniale. Infatti, "il cammino catecumenale non si conclude con la celebrazione del matrimonio. Infatti, più che un atto isolato, è considerato come l'ingresso in uno stato permanente, che richiede quindi una specifica formazione permanente, fatta di riflessione, dialogo e aiuto da parte della Chiesa. Per questo è necessario accompagnare almeno i primi anni di vita matrimoniale e non abbandonare i nuovi sposi a se stessi" (n. 74).

Non è bene che il matrimonio sia solo, possiamo dire imitando l'affermazione del Signore nel racconto della creazione della donna. "Gli sposi devono essere consapevoli che la celebrazione del matrimonio è l'inizio di un cammino e che anche la coppia è un progetto aperto, non un'operazione compiuta" (n. 75).
A tal fine, "alla coppia verrà proposta la continuazione del cammino catecumenale, con incontri periodici" (n. 76). Nella nostra società, con una mentalità così contraria alla vera antropologia del matrimonio, è molto necessario che gli sposi trovino la compagnia della comunità cristiana che rafforza e sostiene le motivazioni del loro cammino.

Spesso si concorda sul fatto che l'attenzione dei giovani sposi debba concentrarsi sulla necessità di guidare i figli e i loro figli, trascurando l'impegno per la qualità della loro relazione reciproca e dimenticando la presenza di Dio nel loro amore. "Vale la pena di aiutare le giovani coppie a trovare il tempo per approfondire la loro amicizia e ad accogliere la grazia di Dio" (n. 77).

Vivere il dono

Il documento ricorda come il significato del sacramento debba essere rivelato in tutta la sua bellezza: "questo è il momento giusto per realizzare una vera mistagogia del matrimonio, cioè un'introduzione al mistero. Attraversando i diversi momenti del rito nuziale, è possibile comprendere il suo ricco significato simbolico e spirituale e le sue conseguenze concrete nella vita matrimoniale: il consenso scambiato (la volontà di unire, e non un sentimento passeggero, alla base del matrimonio, una volontà che va sempre rafforzata); la benedizione dei segni che ricordano il matrimonio, ad esempio gli anelli (la promessa di fedeltà che deve essere sempre rinnovata); la solenne benedizione degli sposi (la grazia di Dio che discende sul rapporto umano, lo assume e lo santifica, al quale bisogna essere sempre aperti); la memoria del matrimonio nella preghiera eucaristica (immergere sempre l'amore coniugale nel mistero pasquale di Cristo per rinvigorirlo e renderlo sempre più profondo)" (n. 77).

Insomma, con la catechesi matrimoniale mistagogica, come con la catechesi battesimale, l'invito da fare è: diventate ciò che siete! Ora siete una coppia sposata, quindi vivete sempre di più come una coppia sposata! Il Signore ha benedetto e riempito di grazia la vostra unione; quindi, destino che questa grazia porti frutto!

Nuovi argomenti e interessi

Al termine della vita matrimoniale, è importante ricevere un aiuto concreto per vivere con serenità la relazione interpersonale. Ci sono così tante cose nuove da insegnare: "accettare la diversità dell'altro che si manifesta immediatamente; non avere aspettative irrealistiche sulla vita insieme e considerarla come un percorso di crescita; gestire i conflitti che inevitabilmente sorgono; conoscere le diverse fasi che attraversano ogni relazione d'amore"; dialogare per trovare un equilibrio tra le esigenze personali e quelle della coppia e della famiglia; acquisire sane abitudini quotidiane; instaurare fin dall'inizio un buon rapporto con le famiglie d'origine; iniziare a sviluppare una spiritualità coniugale condivisa" (n. 78).

Sono molti gli aspetti della vita matrimoniale e familiare che possono essere oggetto di dialogo e catechesi in questi anni. "È essenziale, ad esempio, illuminare le coppie sul delicato tema della sessualità all'interno del matrimonio e sulle questioni ad esso collegate, come la trasmissione della vita e la regolamentazione delle nascite, e su altre questioni morali e bioetiche. Un altro ambito da non trascurare è quello dell'educazione umana e cristiana dei figli, che costituisce una grave responsabilità dei genitori, per la quale i coniugi devono essere sensibilizzati e adeguatamente formati" (n. 79).
Su vari temi della vita coniugale e familiare, l'insegnamento della Chiesa mette a disposizione delle coppie un tesoro di saggezza.

Questi primi anni di matrimonio rappresentano una "fase di apprendistato in cui saranno di grande aiuto la vicinanza e i suggerimenti concreti di coppie mature, che condividono con i più giovani il cammino più lungo" (n. 80). 

Cura pastorale del vincolo matrimoniale e delle varie risorse

La pastorale matrimoniale sarà soprattutto "un ministero del matrimonio: aiuterà le coppie, ogni volta che incontreranno nuove difficoltà, ad avere a cuore soprattutto la difesa e il consolidamento dell'unione coniugale, per il bene proprio e dei figli" (n. 81).
"È essenziale incentrare il cammino della coppia sull'incontro con Cristo: la coppia ha bisogno di incontrare continuamente Cristo e di nutrirsi della sua presenza" (n. 82).
Egli è il modello, la fonte e il sostegno della fedeltà promessa: solo con la sua grazia, nella comunione ecclesiale, può prendere possesso della comunione coniugale.

L'attenzione costante e permanente della Chiesa verso i coniugi può essere realizzata attraverso diversi strumenti pastorali: "ascolto della Parola di Dio; incontri di riflessione su temi di attualità legati alla vita coniugale e familiare; la partecipazione dei coniugi alle celebrazioni liturgiche a loro dedicate; riti spirituali periodici per le coppie di sposi"; Adorazione eucaristica organizzata per i coniugi; conversazione e accompagnamento spirituale; partecipazione a gruppi familiari per condividere esperienze con altre famiglie; partecipazione ad attività caritative e missionarie. È necessario che le coppie sviluppino una vera spiritualità coniugale che alimenti e sostenga lo specifico cammino di santità che seguono nella loro vita matrimoniale" (n. 83).

Questa spiritualità comprende la convocazione coniugale, la vita e l'impegno per la santità laicale, nonché l'evangelizzazione della cultura familiare. Con lo sviluppo dell'identità coniugale, "può crescere il senso della missione, che scaturisce dal sacramento". È opportuno invitare i coniugi a impegnarsi nella pastorale familiare ordinaria delle loro parrocchie o di altre realtà ecclesiali" (n. 84).

In sintesi, gli obiettivi dell'accompagnamento nei primi anni di vita matrimoniale sono: "a) presentare, in una catechesi matrimoniale mistagogica, le conseguenze spirituali e strutturali del sacramento celebrato nella vita reale; b) aiutare le coppie, fin dall'inizio, a instaurare correttamente la relazione interpersonale; c) esaminare i temi della sessualità nella vita matrimoniale, della trasmissione della vita e dell'educazione dei figli; d) infondere nei coniugi un forte desiderio di rinviare il vincolo matrimoniale in qualsiasi situazione di crisi si presenti; e) fornire l'incontro con Cristo come fonte indispensabile di rinnovamento della grazia coniugale e acquisire una spiritualità coniugale; f) richiamare il senso della missione specifica delle coppie cristiane" (n. 85).

Accompagnare in situazioni coniugali difficili

Infine, si considera l'accompagnamento ecclesiale delle coppie sposate in situazioni di crisi. "Nella storia di ogni matrimonio ci possono essere momenti in cui la comunione coniugale diminuisce e i coniugi incontrano periodi, a volte lunghi, di sofferenza, stanchezza e incomprensione, attraversando crisi coniugali. Fanno parte della storia della famiglia: sono eventi che, se superati, possono aiutare la coppia a essere felice in un modo nuovo, basato sulle possibilità offerte dall'inizio di una nuova fase, rendendo sempre più tangibile l'essenza dell'Unione.
In ogni caso, per evitare che una situazione di crisi si aggravi fino a diventare irrimediabile, è opportuno che la parrocchia o la comunità disponga di un servizio pastorale di sostegno alle persone in crisi" (n. 87). I Centri Diocesani di Orientamento Familiare (COF) costituiscono un punto di riferimento fondamentale in questo senso.

In effetti, l'esperienza dimostra che nelle situazioni difficili o critiche la maggior parte delle persone non cerca la cura pastorale, forse "perché non la sente completa, vicina, realistica, incarnata".
Per questo, "è opportuno che - oltre al parroco - siano le coppie, soprattutto quelle che hanno vissuto una crisi dopo averla superata, a farsi accompagnatrici di coppie in difficoltà o già divise" (n. 88).
"Si tratta di garantire un accompagnamento non solo psicologico, ma anche spirituale, per recuperare, con un percorso mistagogico graduale e personalizzato e con i sacramenti, il senso profondo del legame e la consapevolezza della presenza di Cristo tra gli sposi" (n. 90).
Questi tutor o mentori dei matrimoni possono essere un aiuto decisivo per salvare e santificare soprattutto coloro che stanno attraversando delle difficoltà.

Si osserva che, purtroppo, "ci sono situazioni in cui la separazione è inevitabile. In questi casi, è indispensabile un particolare discernimento per la cura pastorale dei separati, dei divorziati, degli abbandonati. Dobbiamo accogliere e apprezzare in modo particolare il dolore di coloro che hanno subito separazioni, divorzi o abbandoni ingiusti, o che sono stati costretti a interrompere la convivenza a causa di abusi da parte del coniuge. Perdonare un'ingiustizia improvvisa non è facile, ma è un percorso che la grazia rende possibile. Da qui la necessità di un ministero di riconciliazione e mediazione, attraverso centri specializzati per l'asilo che dovrebbero essere istituiti nelle diocesi" (n. 93).

Egli sostiene che "i divorziati che non sono stati divorziati - che spesso sono testimoni del divorzio coniugale - devono essere incoraggiati a trovare nell'Eucaristia il nutrimento che li sostiene nel loro stato". La comunità locale e i pastori devono accompagnare queste persone con sollecitudine, soprattutto quando ci sono bambini o quando la loro situazione di povertà è grave". (n. 94).

Costruire la famiglia su coste rocciose

Nella Conclusione si ricorda che questo documento risponde al profondo "desiderio di offrire alle coppie una migliore e più profonda preparazione al matrimonio, attraverso un itinerario sufficientemente ampio, ispirato al catecumenato battesimale, che consenta loro di ricevere un'adeguata formazione alla vita coniugale cristiana, da un'esperienza di fede e di incontro con Gesù; che non si limita, quindi, a pochi incontri in prossimità della celebrazione, ma permette di percepire il carattere quasi permanente della pastorale della vita matrimoniale che la Chiesa intende sviluppare". Tutta la comunità ecclesiale deve essere coinvolta nella missione di accompagnamento delle coppie. Nei concorsi di formazione e aggiornamento, il lavoro deve essere svolto con un senso di complementarietà e corresponsabilità.

In questo processo di formazione integrale, "dobbiamo utilizzare non solo il metodo della catechesi, ma anche il dialogo con le coppie, gli incontri individuali, i momenti liturgici di preghiera e di celebrazione dei sacramenti, le preghiere, i riti e l'interazione con l'intera comunità ecclesiale". In tutto questo processo è necessario tenere conto del carattere kerigmatico della proposta cristiana, cioè della sua forza, bellezza e novità. Il sacramento del matrimonio si presenta come un buon romanzo, cioè come un dono di Dio alle coppie che vogliono vivere pienamente il loro amore". Evitando le dicotomie, "il percorso di crescita umana e il processo di crescita spirituale devono essere sempre tenuti insieme".

La formazione delle coppie cristiane deve "essere inserita nella realtà concreta di oggi e non deve temere di confrontarsi con temi e questioni che rappresentano sfide sociali e culturali", compresa la "formazione della coscienza morale personale e la formulazione di un progetto di vita familiare". 

L'accompagnamento pastorale deve essere personalizzato, basato soprattutto sulla testimonianza degli accompagnatori e degli altri partner coinvolti nel percorso. In ogni caso, si tratta di portare ad una seria discernimento personale e di coppiaLa celebrazione del matrimonio e della vita matrimoniale è il risultato di una decisione consapevole, libera e gioiosa.
Mentre prepara gli sposi al sacramento del matrimonio, l'accompagnamento li avvia alla vita ecclesiale e li aiuta a trovare nella Chiesa il luogo dove nutrire il vincolo matrimoniale e dove continuare a crescere per tutta la vita nella loro vocazione e nel servizio agli altri, sviluppando così pienamente la loro identità societaria e la loro missione ecclesiale.
Inoltre, occorre prestare particolare attenzione all'accompagnamento dei coniugi in crisi.

Proponendo alle nuove generazioni percorsi di crescita catecumenale in vista del matrimonio, rispondiamo a uno dei bisogni più urgenti della società occidentale: accompagnare i giovani verso la piena realizzazione di quello che continua a essere uno dei loro più grandi "sogni" e uno dei principali obiettivi che si sforzano di raggiungere nella loro vita, cioè quello di stabilire una relazione solida con la persona amata e, sulla base del sacramento, costruire un matrimonio santo ed evangelizzante.

L'autoreJosé Miguel Granados

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