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Che cos'è la sinodalità?

Il professor Marco Vanzini offre una spiegazione del concetto di sinodalità nella Chiesa. Papa Francesco ha invitato tutte le diocesi del mondo a riflettere su questo tema e nell'ottobre 2023 si svolgerà a Roma la fase finale del sinodo.

Marco Vanzini-8 settembre 2022-Tempo di lettura: 5 minuti
sinodalità

Testo originale dell'articolo in spagnolo qui

Per la Chiesa, la prima forma di cammino sinodale è l'ascolto della storia, in dialogo con e nella Tradizione. La Chiesa è una carovana che riunisce le generazioni successive con il loro bagaglio di esperienze, di fede compresa e vissuta. Confidando nell'aiuto dello Spirito di verità, la Chiesa sa che la Tradizione è l'elemento di riferimento per la vita di tutti i giorni. luogo dove Dio continua a parlarle, permettendole di offrire al mondo una dottrina sempre viva e attuale.

La Chiesa ha sempre avuto la consapevolezza di essere in cammino: sul Modo, come veniva chiamata la stessa fede cristiana nei primi secoli, ricordando le parole del Vangelo in cui Gesù dichiara di essere "la via, la verità e la vita" (Gv 14,6). Il cristianesimo è il modo con cui l'uomo può camminare per raggiungere la vita nel senso più vero, quello che si trova in Dio stesso, nell'abbraccio del Padre. Cristo ci conduce a lui in quel viaggio che è la nostra vita sulla terra e le cui tappe sono essenzialmente interiori: le tappe attraverso le quali il nostro spirito esce dalla sua reclusione e comprende che il senso della vita è l'amore, la comunione con ogni persona, riconosciuta come fratello o sorella in Cristo, figlio o figlia del Padre stesso. 

La Chiesa è sempre stata consapevole di essere in cammino: in cammino, come veniva chiamata la stessa fede cristiana nei primi secoli, ricordando le parole del Vangelo in cui Gesù dichiara di essere "la via, la verità e la vita" (Gv 14,6).

L'obiettivo del cammino dell'uomo non è quello di immergersi in un rapporto individuale e "privato" con Dio; né il cammino va fatto da soli, ma insieme, nella comunione che già esiste - anche se non pienamente - nella Chiesa. Si tratta di un syn-hodos, a viaggio sinodaleche stiamo realizzando. E in effetti, in questo cammino la Chiesa vuole accompagnare ogni uomo e ogni donna, l'intera famiglia umana di cui essa stessa fa parte e di cui condivide fatiche, sofferenze, desideri e speranze. 

Cosa vuole il Papa

La Chiesa, infatti, "è costituita da uomini e donne che, riuniti in Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre, e hanno accolto la notizia della salvezza che è destinata a tutti". Ecco perché questa comunità si sente veramente unita al genere umano e alla sua storia dal più profondo dei legami" (Gaudium et Spes, 1).

È questa consapevolezza di fondo che Papa Francesco vuole far rivivere nella Chiesa, dando impulso alla riflessione sulla sinodalità. Ma se è vero che fin dalle sue origini la Chiesa ha saputo di camminare insieme al mondo sulla strada del futuro, è anche vero che la Chiesa ha saputo di essere in cammino con il mondo. Via che è Cristo, allora la prima consapevolezza che deve essere ravvivata è quella della propria storia come luogo della sinodalità. In effetti, dal giorno della Pentecoste, la Chiesa stessa ha ragion d'essere è stato quello di portare Cristo al mondo e il mondo a Cristo. E lo ha fatto attraverso la vita dei credenti, attraverso la loro testimonianza, attraverso la loro carità vissuta e alimentata nell'Eucaristia, attraverso l'annuncio del Vangelo e la sua attuazione in ogni epoca della storia. 

Le vite di Pietro e Paolo, di Lorenzo e Agnese, il genio teologico di Origene, Agostino e Tommaso, il progresso nella comprensione del mistero di Dio e dell'uomo testimoniato dal Magistero nei Concili e nelle sue varie espressioni, la profondità spirituale di Teresa e Ignazio, l'umiltà di Francesco e la luminosa carità di Giuseppe Cottolengo e Massimiliano Kolbe: sono espressioni dell'inesauribile ricchezza e vitalità di Cristo e del Vangelo. Senza queste espressioni, questa ricchezza rimarrebbe confinata nel passato. 

Queste espressioni sono la mediazione della Chiesa tra il Vangelo e la vita e la cultura del popolo in ogni epoca. Sono ciò che si chiama Tradizione e, nel loro insieme, costituiscono un patrimonio perenne della Chiesa, una sinfonia di voci attraverso cui essa ha reso udibile la Parola di Cristo in ogni epoca e la rende udibile nel mondo di oggi. La Chiesa, fondandosi sulla promessa di Cristo, è convinta che lo Spirito Santo coordini e organizza queste voci affinché la Parola sia ascoltata in tutta la sua ricchezza, fedelmente, senza distorsioni. 

Per questo motivo, la Chiesa avanza nel suo cammino soprattutto ascoltando queste voci, attingendo costantemente a questo patrimonio e attualizzandolo. Altrimenti, si correrebbe il rischio di rimanere anacronisticamente ancorati al passato o di uscire dal sentiero, abbandonando la "Via" che è Cristo per seguire indicazioni sbagliate. 

La sinodalità è una sinodalità storica

Per riprendere un'espressione cara a Papa Francesco, la Chiesa è una carovana solidale che riunisce le generazioni successive con il loro bagaglio di esperienze, di fede compresa e vissuta. In questo senso, possiamo dire che la sinodalità della Chiesa è innanzitutto storico: nella Chiesa, i cristiani di oggi camminano accanto a quelli di ieri e preparano la strada a quelli di domani. E questo grazie alla sua Tradizione viva, capace di conservare e rendere attuale la Parola di Dio, per illuminare con la sua luce i problemi e le domande dell'uomo di oggi. 

Ascoltare la propria storia - la Tradizione - non è facile né scontato, proprio come il dialogo tra le generazioni in una famiglia e nella società. Ma nella Chiesa è qualcosa di indispensabile, ancor più che nella famiglia o nella società. La posta in gioco è infatti la fede nell'indefettibilità assicurata da Cristo alla Chiesa nella sua missione di trasmissione della verità, con l'assistenza dello "Spirito di verità" (Mt 16,18; Gv 16,13).

La dottrina cristiana ha uno sviluppo perché è la dottrina di un soggetto, la Chiesa, che vive nel tempo e affronta i contesti di ogni tempo e luogo. E perché il mistero di cui si nutre - il Dio rivelato in Gesù Cristo - è inesauribile, così come il mistero dell'uomo, che viene illuminato da questa dottrina. Ma, come spiegava sagacemente san John Henry Newman, è uno sviluppo che non rifiuta il passato, ma sa apprezzarlo e ritornare continuamente ad esso come garanzia di vera continuità storica. 

In questo modo, la Chiesa può manifestare nel suo cammino un vigore perenne e una capacità di rinnovamento mai sopita. In questo modo, un vero approfondimento della verità può avvenire in qualsiasi momento, non solo una trasposizione degli insegnamenti del passato in termini e concetti più attuali. Nuovi aspetti della verità, precedentemente inespressi o addirittura nascosti, possono emergere sotto lo stimolo di un nuovo contesto storico e culturale. Le nuove intuizioni illuminano quelle precedenti - da cui sono sempre state in qualche misura preparate e anticipate - e così la coerenza, l'unità e la fecondità della dottrina cristiana si manifestano.

Ascoltare e dialogare con la Tradizione e nella Tradizione è una modalità essenziale della sinodalità di cui la Chiesa ha bisogno oggi. Questo ascolto-dialogo è la garanzia che ciò che intendiamo offrire al mondo come comunità di credenti in Cristo non sarà semplicemente una soluzione basata sulla saggezza umana alle sfide antropologiche, etiche e spirituali che i tempi che cambiano ci presentano. Sarà piuttosto una parola umana in cui si esprime - si incarna - la Parola divina, l'unica capace di illuminare veramente, in tutta la sua profondità, il mistero dell'uomo, il senso della sua vita e la meta del suo cammino insieme all'intera comunità umana.

L'autoreMarco Vanzini

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