Vaticano

Il Papa elogia il lavoro dei comici come promotori di pace

In un incontro con i comici di tutto il mondo, Papa Francesco ha elogiato il loro lavoro di promotori della pace e la facilità con cui forniscono una visione critica su ogni tipo di problema facendo ridere la gente.

Paloma López Campos-14 giugno 2024-Tempo di lettura: 2 minuti
Papa Francesco

Jimmy Fallon saluta Papa Francesco durante un incontro con comici e cabarettisti in Vaticano (Foto CNS / Vatican Media)

Papa Francesco ha riunito noti comici di diversi Paesi durante un incontro in Vaticano. Tra i partecipanti più famosi c'erano Jimmy Fallon, Belén Cuesta e Lino Banfi.

Il Santo Padre ha dichiarato all'inizio del suo discorso che guarda "con ammirazione agli artisti che si esprimono con il linguaggio della comicità, dell'umorismo e dell'ironia". A suo avviso, sono i professionisti "più amati, ricercati e applauditi" perché "hanno e coltivano il dono di far ridere".

Francisco ha voluto sottolineare il lavoro dei professionisti dell'umorismo e il loro "potere di diffondere serenità e sorrisi". Attraverso il loro lavoro, raggiungono "persone molto diverse tra loro, appartenenti a generazioni e contesti culturali differenti".

Si tratta di un compito importante, ha detto il Pontefice. "La gioia permette la condivisione ed è il miglior antidoto all'egoismo e all'individualismo", ha detto il Papa. Non solo, ma i comici ricordano a tutti che "il divertimento e la risata sono fondamentali nella vita umana, per esprimersi, imparare, dare un senso alle situazioni".

Gli umoristi come promotori dell'unità

A questo proposito, il Papa ha ringraziato il "dono prezioso" del talento di questi professionisti. Il loro lavoro, ha spiegato, "diffonde la pace". E, rivelando un lato personale, Francesco ha confessato di pregare "ogni giorno con le parole di San Tommaso Moro: "Dammi, Signore, il senso dell'umorismo"".

Il Vescovo di Roma Ha inoltre affermato che i comici "compiono un altro miracolo: riescono a far sorridere la gente anche quando affrontano problemi, piccoli e grandi eventi della storia". Una cosa che non fanno con "allarme o terrore, ansia o paura", ma con "senso critico, facendo ridere e sorridere".

Ma non hanno questo effetto solo sulle persone. Il Papa ha detto ai comici che "quando riescono a far sorridere in modo intelligente le labbra di un solo spettatore, fanno sorridere anche Dio".

I limiti dell'umorismo

Francesco ha anche riflettuto sull'umorismo come strumento "per comprendere e 'sentire' la natura umana". Attraverso di esso è possibile "mettere insieme realtà diverse e talvolta persino opposte".

Infine, il Pontefice ha risposto a una domanda che molti si pongono: "Possiamo ridere anche di Dio? La sua risposta è stata chiara: "Certo, così come giochiamo e scherziamo con le persone che amiamo". C'è però un limite, bisogna evitare di "offendere i sentimenti religiosi dei credenti, soprattutto dei poveri".

Il Papa ha concluso il suo discorso incoraggiando i comici a continuare il loro lavoro. "Aiutateci, con un sorriso, a vedere la realtà con le sue contraddizioni e a sognare un mondo migliore".

Per saperne di più
Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.