Spagna

La Corte Costituzionale conferma l'accordo per l'istruzione differenziata

Una recente sentenza della Corte Costituzionale ricorda che la scelta di un'istruzione differenziata per genere non può comportare svantaggi al momento dell'iscrizione ai concerti.

Henry Carlier-13 febbraio 2016-Tempo di lettura: 2 minuti
Manifestanti a favore dell'istruzione differenziata davanti al Palazzo di Giustizia.

La Corte Costituzionale (TC) ha respinto con diverse sentenze il ricorso presentato, su richiesta del governo andaluso, dall'Alta Corte di Giustizia dell'Andalusia (TSJA) contro il Bilancio generale dello Stato per il 2013, che prevedeva uno stanziamento di fondi pubblici per i dieci centri di istruzione differenziata della Comunità autonoma.

La sentenza dell'Alta Corte non ha ancora risolto la sostanza della questione - e non è nemmeno entrata nel merito - che sarebbe quella di stabilire una volta per tutte se sia incostituzionale o meno stabilire concerti con le scuole che adottano il modello educativo differenziato di non mescolare bambini di entrambi i sessi nelle loro classi. Il TC ha semplicemente stabilito che, in base alla legislazione vigente - come stabilito dall'articolo 84.3 della Legge Organica per il Miglioramento della Qualità dell'Educazione (LOMCE) "in nessun caso la scelta di un'istruzione differenziata per genere può comportare un trattamento meno favorevole per le famiglie, gli alunni e le scuole interessate, né uno svantaggio nella stipula di convenzioni con le amministrazioni scolastiche".

La LOMCE è quindi alleata di queste dieci scuole di fronte alla manifesta intenzione della Junta de Adalucía - un po' ossessiva ed esagerata per sole dieci scuole, direi - di non concedere alcuna carta per l'istruzione differenziata. Infatti, sebbene nel 2012 il Consiglio superiore avesse autorizzato il governo andaluso a non rinnovare l'accordo per le dodici scuole di questo modello educativo allora esistenti nella regione, l'approvazione della LOMCE - e in particolare della disposizione 84.3 della cosiddetta Legge Wert - ha cambiato sostanzialmente la situazione giuridica. Il governo spagnolo, tenendo conto di questa disposizione, ha stabilito nei bilanci generali dello Stato gli stanziamenti corrispondenti per queste scuole a istruzione differenziata, inclusi nel modulo economico per la distribuzione dei fondi pubblici per il sostegno alle scuole sovvenzionate dallo Stato.

La Junta de Andalucía ha quindi reagito sollecitando il TSJA a presentare una questione di incostituzionalità davanti al TC, il cui pronunciamento è quello che conosciamo.

La sentenza non valuta se sia costituzionale o meno, ma si limita ad affermare che al momento in cui la TSJA ha intentato la causa, era già in vigore la LOMCE, che vieta la discriminazione di tali scuole.

Alla luce di questa sentenza, il TSJA dovrà risolvere i ricorsi di sindacati, genitori e scuole contro l'ordinanza del 2013 della Giunta che negava l'accordo alle dieci scuole. Mentre il ricorso veniva risolto, il TSJA ha concesso a queste scuole diverse misure cautelari nel corso degli anni, affinché potessero mantenere l'accordo. La Junta de Andalucía, tuttavia, ha presentato ricorso contro queste misure cautelari presso la Corte Suprema, che si è pronunciata nuovamente a favore delle scuole differenziate con una decisione in cui ha ritenuto che il finanziamento di questo modello pedagogico non sia contrario ai principi dell'UNESCO e sia protetto dalla LOMCE.

Le scuole sono Ángela Guerrero, Ribamar, Altair, Albaydar, Nuestra Señora de Lourdes, Elcható e Molino Azul (tutte e sette a Siviglia); e Zalima, Torrealba e Yucatal (a Córdoba).

L'autoreHenry Carlier

Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.