Letture della domenica

Una fede che suggerisce gratitudine al cuore. 28a domenica del Tempo Ordinario (C) 

Andrea Mardegan commenta le letture della 28ª domenica del Tempo Ordinario e Luis Herrera tiene una breve omelia video.

Andrea Mardegan-5 ottobre 2022-Tempo di lettura: 2 minuti
letture domenicali

Foto: ©Timothy Eberly

La guarigione della lebbra di Naaman il Siro funge da contesto per quella dei dieci lebbrosi guariti da Gesù. Naaman fu convinto a lavarsi sette volte nel fiume Giordano e, guarito, abbracciò la fede nel Dio di Israele e, grato a Eliseo, decise di essergli fedele per sempre, anche nella sua terra.

I lebbrosi non potevano essere avvicinati, erano emarginati dalla comunità, considerati impuri e colpevoli di grandi peccati. Nel racconto di Luca, la loro situazione è catturata da questi due verbi: "Gli andarono incontro" e "Se ne stavano lontani". Vogliono incontrare Gesù, ma la legge di Mosè vieta loro di avvicinarsi a lui. Superano la distanza fisica gridandogli: "Abbi pietà di noi", la richiesta che nella Bibbia è rivolta soprattutto a Dio. Lo dicono a una sola voce, esempio di preghiera accorata, chiamandolo Maestro, dichiarandosi suoi discepoli. Gesù ascolta la loro preghiera e la sua prima risposta è il suo sguardo: porta su questa terra lo sguardo benevolo di Dio per la salvezza dell'umanità: "Il Signore guarda dal cielo, guarda tutti gli uomini" (Sal 33,13). Poi dice loro di presentarsi davanti ai sacerdoti, un ordine che potrebbe sembrare illogico: era prescritto che i sacerdoti verificassero la guarigione e dessero il permesso di rientrare nella società civile e religiosa, ma loro non erano ancora guariti! I lebbrosi vanno comunque: credono, come Naaman, che si bagni nel Giordano. E la loro fede viene premiata: vengono guariti lungo il cammino. Ma solo uno torna da Gesù, pieno di gratitudine: lodando Dio a gran voce, si prostra ai suoi piedi per ringraziarlo. Egli crede che sia Dio ad operare in Gesù. Luca sottolinea: è un samaritano. Questo è sconvolgente anche perché Gesù, nella sua grandezza di cuore, lo ha mandato dai sacerdoti anche se non apparteneva al popolo di Israele. 

Ancora una volta nel Vangelo, come nel caso del centurione, è uno straniero ad avere una fede esemplare. Una fede che lo ha portato a seguire l'impulso del suo cuore. Gli altri nove sono stati coinvolti nella fretta di ottenere l'approvazione dei sacerdoti per rientrare nella loro comunità e nella loro famiglia. Hanno obbedito alla lettera alle istruzioni di Gesù. Il samaritano, invece, ha obbedito a ciò che la sua fede gli ha suggerito nel cuore, e questo ha toccato il cuore di Gesù. La sua fede iniziale lo ha "purificato", la sua fede piena lo ha "salvato". È stata la fede a spingerlo a tornare da Gesù per mostrargli il suo amore, ad aiutarlo a rinunciare al consenso degli altri nove che la pensavano diversamente e ad anteporre la gratitudine a Dio e la relazione con Gesù al rispetto delle consuetudini. È la stessa priorità che Paolo ricorda a Timoteo: "Ricordati di Gesù Cristo". Con lui vivremo, con lui regneremo.

L'omelia sulle letture della domenica 25

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliauna breve riflessione di un minuto per queste letture.

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