Vaticano

Papa Francesco e i ministeri laici

Papa Francesco ha invitato le Conferenze episcopali a condividere le loro esperienze su come si sono sviluppati i ministeri laicali negli ultimi 50 anni.

Ricardo Bazán-30 agosto 2022-Tempo di lettura: 3 minuti
catechisti

Foto: Istituzione dei primi ministri della catechesi del Papa ©CNS photo/Remo Casilli, Reuters

Il 24 agosto, Papa Francesco ha pubblicato una lettera a tutta la Chiesa in occasione del 50° anniversario del motu proprio di San Paolo VI, Ministeria quaedamin cui il papa ha istituito il ministeri laici. In questo caso, Francesco ci invita a riflettere sui ministeri, cioè su alcune funzioni che alcuni fedeli svolgono nella Chiesa.

In quell'occasione, Papa Montini pose fine a un periodo della Chiesa in cui l'ingresso nello stato clericale avveniva tramite la tonsura, un atto che consisteva nel tagliare un po' di capelli al candidato agli ordini sacri, che si dividevano in ordini minori e ordini maggiori. Dall'entrata in vigore di Ministeria quaedamIl 1° gennaio 1973 i ministeri di lettore e accolito potevano essere conferiti non solo ai candidati al sacerdozio, ma anche ai fedeli laici.

Ministeri accessibili ai laici

Francesco ha introdotto alcuni cambiamenti sulla falsariga dei ministeri istituiti da Paolo VI. Da un lato, il 10 gennaio 2021 è stato pubblicato il motu proprio Spiritus Domini, che ha permesso il conferimento del lettorato e dell'accolitato alle donne. D'altra parte, il 10 maggio dello stesso anno è stato pubblicato il motu proprio Antiquum ministeriumche ha creato il ministero del catechista. Pertanto, sottolinea il pontefice, si tratta di approfondire la dottrina dei ministeri piuttosto che di una rottura, perché già dall'inizio della Chiesa troviamo diversi ministeri, doni dello Spirito Santo per l'edificazione della Chiesa. Questi ministeri sono quindi diretti al bene comune della Chiesa e all'edificazione della comunità.

Nella presente lettera, Francesco avverte che i ministeri non possono essere soggetti a ideologie o adattamenti arbitrari, ma sono il frutto del discernimento nella Chiesa, sull'esempio degli apostoli che trovarono necessario sostituire Giuda affinché il Collegio Apostolico fosse completo.

Pertanto, i pastori della Chiesa devono discernere ciò di cui la comunità ha bisogno in ogni momento, guidati dallo Spirito Santo, e devono apportare adattamenti volti a compiere la missione che Cristo ha affidato agli apostoli, una missione soprannaturale, che mira alla santificazione.

Non si tratta quindi di creare dei ministeri in modo che tutti nella Chiesa abbiano qualcosa da fare durante la Messa, ma di servire, che è il significato della parola ministero, e di contribuire all'edificazione della Chiesa, ciascuno secondo il proprio stato.

Qui ci troviamo di fronte a un pericolo latente nella Chiesa, la clericalizzazione dei laici, cioè l'attribuzione ai laici di alcune funzioni, alcune delle quali proprie dello stato clericale, come se i laici non avessero una funzione propria. Quindi, la definizione del Codice di Diritto Canonico è molto povera nel definire i laici, precisando che i laici sono coloro che non sono né chierici né consacrati (cfr. 207 § 1).

D'altra parte, la Costituzione dogmatica Lumen Gentium presenta ciò che i laici sono realmente: "Spetta ai laici, per propria vocazione, cercare di ottenere il regno di Dio gestendo le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel mondo, cioè in ognuno dei compiti e delle occupazioni del mondo, e nelle condizioni ordinarie della vita familiare e sociale, con cui la loro esistenza è per così dire intrecciata. Lì sono chiamati da Dio, affinché, svolgendo la propria professione guidati dallo spirito del Vangelo, contribuiscano alla santificazione del mondo come dall'interno, alla maniera del lievito". (Lumen Gentium, n. 31).

Con queste idee, Papa Francesco invita le Conferenze episcopali a condividere le loro esperienze su come sono stati svolti questi ministeri istituiti da Paolo VI negli ultimi 50 anni, così come il recente ministero del catechista, così come i ministeri straordinari, ad esempio il ministro straordinario della Comunione, e quelli de facto, quando una parrocchia dispone che alcuni fedeli facciano le letture della Messa o assistano alla celebrazione dell'Eucaristia, senza essere ufficialmente istituiti come lettori o accoliti.

Resta da vedere quando e come avverrà questo dialogo o scambio di esperienze, che si spera si muova lungo le due direttrici indicate dal Papa nella sua lettera, il bene comune e l'edificazione della comunità, cioè della Chiesa di Cristo.

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