Santificare il mondo dall'interno: le confraternite e il loro posto nella Chiesa

Le confraternite sono più che reliquie di interesse antropologico o etnografico. Essi contribuiscono in modo decisivo al compito di "santificare il mondo dall'interno", che richiede una delicata armonia tra cuore e testa, religiosità popolare e dottrina, per sviluppare appieno il loro potenziale.

16 settembre 2021-Tempo di lettura: 3 minuti

Non saprei dire se la società di oggi sia la più convulsa della storia, probabilmente no, ma è quella in cui viviamo e quella in cui dobbiamo cercare di migliorare e andare avanti. In questa situazione, in alcuni circoli si sta rivolgendo l'attenzione alle confraternite e alle organizzazioni di categoria. Sicuramente è una buona risorsa, ma prima dobbiamo oggettivarli, studiarne la natura, gli obiettivi e le potenzialità, al di là di stereotipi, sentimentalismi o pregiudizi. 

Sebbene molte siano nate con un carattere corporativo e mutualistico, nella Controriforma il Concilio di Trento sottolineò "la necessità e i vantaggi che derivano dal culto delle immagini, vere e proprie effigi di Gesù e di sua Madre, e [i padri conciliari di Trento] pensano che queste immagini debbano uscire per le strade, in modo che coloro che non entrano di loro spontanea volontà nelle chiese, incontrandole per strada, pensino al momento della Passione di Nostro Signore che questa immagine rappresenta" (C.T. Sessione XXV, 4-12-1516). Questa raccomandazione ha spinto la creazione di confraternite con un orientamento più pastorale, senza abbandonare la dimensione caritativa e di mutuo soccorso.  

Per questo motivo, sebbene esistano testimonianze di confraternite a partire dal XIV secolo, il XVI secolo ha visto la nascita di nuove confraternite, istituzioni che si sono consolidate nel corso dei secoli, soggette alle vicissitudini politiche e alle correnti di pensiero di ogni periodo.

Sorprendentemente, nonostante la loro antichità e rilevanza, hanno sempre avuto una collocazione poco stabile nell'ordinamento canonico, il che ha portato a rapporti complicati con la Chiesa gerarchica in alcune occasioni e con le autorità pubbliche in altre. Accordi e disaccordi si sono susseguiti nel corso dei secoli. Negli archivi delle confraternite sono conservati documenti che forniscono cronache molto precise delle dispute tra le confraternite e la Chiesa, alcune delle quali al limite dell'assurdo, e anche con i corregidores.

Il Codice di Diritto Canonico del 1917, che per la prima volta costruisce un sistema legislativo completo e proprio della Chiesa, risolve l'esistenza delle confraternite con un breve accenno (c. 707) in cui le definisce "unioni di fedeli", senza specificare la portata di questa definizione.

 Il Concilio Vaticano II, nel proclamare la "chiamata universale alla santità, santificando il mondo dall'interno" (LG) e il "riconoscimento esplicito dei fedeli ad associarsi" (AA), si apre una nuova strada che si riflette nel Codice del 1983, che dedica il Titolo V del Libro II, sulla Associazioni di fedeli a questo argomento, oltre ad alcuni riferimenti in altri canoni.

Curiosamente, questo testo normativo non menziona in alcun punto le confraternite o le gerarchie, ma le inquadra perfettamente facendo riferimento alle associazioni di fedeli. Distingue tre tipi di associazioni: pubbliche, private e senza personalità giuridica.

Partenariati  pubblico sono quelli che hanno lo scopo di trasmettere la dottrina cristiana in nome della Chiesa, o di promuovere il culto pubblico, o di perseguire altri fini riservati per loro natura all'autorità ecclesiastica. In ragione delle loro finalità, spetta esclusivamente all'autorità ecclesiastica competente istituire tali associazioni di fedeli.

Sono Privato quelli i cui obiettivi non sono riservati all'autorità ecclesiastica, anche se devono essere compatibili con la dottrina cristiana. Possono acquisire personalità giuridica se i loro statuti sono conosciuti e approvati dalla gerarchia.  

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Sono considerati partenariati senza personalità giuridicaI membri di una chiesa, qualsiasi gruppo di fedeli uniti per uno scopo pio. Devono essere conosciuti dalla Gerarchia, per evitare la dispersione e per garantire la loro idoneità.

Dove si collocano le confraternite in questo quadro? Poiché il loro scopo è quello di trasmettere la dottrina cristiana in nome della Chiesa, di promuovere il culto pubblico, la promozione della carità e la formazione dei fratelli, scopi riservati per loro stessa natura all'autorità ecclesiastica, si deve concludere che le confraternite sono  associazioni pubbliche di fedeli della Chiesa cattolica, istituite dall'autorità ecclesiastica, con personalità giuridica propria, che ricevono dalla Chiesa la missione di operare per i fini che si prefiggono di raggiungere in suo nome.

Non agiscono a nome proprio, ma a nome della Chiesa, che si riserva funzioni di guida e supervisione. È la Gerarchia che deve confermare gli eletti della confraternita; nominare il Direttore Spirituale; supervisionare il suo piano d'azione; esaminare e approvare, se necessario, il suo Regolamento; ha il potere di imporre sanzioni; verifica l'amministrazione finanziaria, poiché i beni delle confraternite sono "beni ecclesiastici", e alcune altre funzioni volte al miglior adempimento dei suoi scopi.

Le confraternite sono quindi più che reliquie di interesse antropologico o etnografico. Essi contribuiscono in modo decisivo al compito di "santificare il mondo dall'interno", che richiede una delicata armonia tra cuore e testa, religiosità popolare e dottrina, per sviluppare appieno il loro potenziale. Vale la pena di approfondirne la conoscenza.

L'autoreIgnacio Valduérteles

Dottorato di ricerca in Amministrazione aziendale. Direttore dell'Instituto de Investigación Aplicada a la Pyme. Fratello maggiore (2017-2020) della Confraternita di Soledad de San Lorenzo, a Siviglia. Ha pubblicato diversi libri, monografie e articoli sulle confraternite.

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