FirmeAlessandro Gisotti

Dal Consiglio al Sinodo

Il Sinodo, che avrà la sua fase universale nelle sessioni di ottobre 2023 e ottobre 2024, è visto come uno dei frutti maturi del Concilio Vaticano II. 

10 novembre 2022-Tempo di lettura: 2 minuti
sinodo

Se c'è un verbo che forse descrive al meglio la novità della Concilio Vaticano II è "partecipare". Come ha sottolineato il Papa nell'omelia per il 60° anniversario dell'apertura dell'assemblea ecumenica, per la prima volta nella storia, la Chiesa "ha dedicato un Consiglio a interrogarsi, a riflettere sulla propria natura e missione".. Per portare a termine un compito così straordinario, il Concilio non poteva limitarsi a coinvolgere solo una parte dei fedeli, ma doveva "aperto per una stagione". per coinvolgere tutti i battezzati. "Nella Chiesa"Leggiamo nel decreto conciliare Apostolicam Actuositatem, "c'è diversità di mistero, ma unità di missione". E quindi la stessa dignità.

È proprio con il Consiglio, con il Lumen Gentium in particolare, ha affermato la definizione di Chiesa come Popolo di Dioin cui siamo tutti membri e in cui siamo tutti chiamati a condividere la "gioia e speranza". (Gaudium et Spes) che scaturisce dal Vangelo. Questo era il grande sogno di Giovanni XXIII, 60 anni fa. Questa è anche la visione che Francesco ha per la Chiesa del terzo millennio. Per questo il primo Papa "figlio del Consiglio". (è stato ordinato sacerdote nel 1969) ha così a cuore il Sinodo. Un frutto maturo del Concilio stesso che - nell'intenzione di Paolo VI che lo ha istituito - continua e sviluppa proprio la sua dimensione partecipativa del popolo: quella comunione ecclesiale senza la quale la fede cristiana non potrebbe essere pienamente vissuta. 

Sinodo significa "camminare insieme".. Questo è ciò che il Papa ci esorta a fare: sentirci ed essere tutti in cammino ("Chiesa in movimento".) per incontrare il Signore risorto e per testimoniare con gioia alle donne e agli uomini del nostro tempo la bellezza di questo incontro che dà la vita eterna. È la gioia che nasce dalla relazione con una Persona viva, non con un ricordo del passato, perché, come ha già sottolineato il filosofo Kirkegaard, "L'unica relazione che si può avere con Cristo è la contemporaneità"..

L'autoreAlessandro Gisotti

Direttore aggiunto. Direzione editoriale del Dicastero per la Comunicazione.

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