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I nuovi beati domenicani martiri. Radicalismo evangelico e fedeltà

La Cattedrale di Siviglia, la città dove riposano le spoglie di molti di questi martiri, ospita la cerimonia di beatificazione di 27 martiri dell'ordine dei predicatori che tra il 1936 e il 1937 in Spagna hanno dato la vita per Cristo.

Maria José Atienza·13 de septiembre de 2022·Tiempo de lectura: 4 minutos
mártires

Testo originale del articolo in spagnolo qui

Testo del articolo in inglese qui

Il 18 giugno entrano a far parte dei Beati della Chiesa Cattolica 27 martiri domenicani del XX secolo in Spagna. Tra loro ci contano 25 frati, un laico domenicano e una monaca domenicana.

Subirono il martirio in tre luoghi: Almería, Huéscar e Almagro (Ciudad Real) e molti di loro non avevano nemmeno raggiunto i 30 anni quando hanno dato la vita per non rinnegare Cristo.

Come ha sottolineato Frate Emilio García, priore del convento di San Tommaso d’ Aquino a Siviglia, quella era una gioventù che anche oggi dimostra come ci siano giovani capaci di dare la vita per una grande causa, e senza dubbio per il Vangelo di Gesù Cristo”

Il loro esempio ci parla di radicalismo evangelico

L’approvazione della beatificazione di questo gruppo di domenicani è servita anche a far conoscere la vita e il martirio di questi frati anche all’interno del loro Ordine,

Lo sottolinea Frate Emilio García che spiega che “si tratta dei martiri della Provincia della Betica, o Andalusia,  una delle tre che c’erano in Spagna fino al 2016,

 Ciò significa che quelli di noi che appartenevano a una delle altre due sapevano di meno dei frati di Almagro, Almería o Huéscar e della loro particolare storia.
Per questo crediamo che questa beatificazione non abbia per noi la stessa risonanza che ha per coloro che appartenevano a quella Provincia, che erano addirittura imparentati con i martiri o che abitavano dove quelli vivevano. Ma, ovviamente, loro sono nostri fratelli, il loro esempio è molto stimolante per tutti noi e ci parla di radicalità evangelica e di fedeltà alla propria vocazione, nonché di un atteggiamento di grande generosità cristiana nel perdonare quelli che han tolto loro la vita».

Infatti, l’arrivo agli altari di questi 27 domenicani ha portato “i frati più anziani di quell’antica Provincia, a mostrare commozione e affetto davanti alla storia e alle spoglie di questi testimoni di Cristo che ci sono pervenute”.

Martire, laico e giornalista

L’esempio di Fructuoso Pérez Márquez, domenicano laico, è, per le sue caratteristiche, il più diverso in questo gruppo di nuovi beati.

Nativo di Almería, sposato e padre di quattro figli, ha iniziato a lavorare all’età di 24 anni nel quotidiano di Almería “La Independencia”, di cui sarebbe diventato direttore. Ha anche collaborato con altri media come El Correo Español, El Universo, e El Debate.

Nei suoi articoli ha esposto chiaramente la dottrina della Chiesa, specialmente in materia sociale. Questa esperienza del carisma dei predicatori nel mondo dei media è presente ancora oggi.

Manifesto della beatificazione

“Il fatto che, anche nel nostro Ordine, ci siano oggi molti laici che collaborano in questo mondo per motivi professionali, e sono allo stesso tempo legati alla nostra spiritualità, fa pensare che, se necessario, anche loro sarebbero disposti a testimoniare la loro fede, esercitando quella nobile professione”, assicura Frate Emilio Pérez.

Chi lo conosceva, ricordava Fructuoso come un fervente cattolico, valoroso difensore della verità, affabile e caritatevole, che fu denunciato, processato e infine incarcerato.

Il 26 luglio 1936 Fructuoso fu arrestato nella sua abitazione e trasferito in un carcere improvvisato allestito nel convento delle religiose Adoratrici. Il 3 agosto fu portato sulla nave “Segarra”,  sulla quale fu assassinato insieme ad altri compagni, e il suo corpo gettato in mare.

Le hanno schiacciato la testa tra due pietre

Particolarmente impressionante è la testimonianza del martirio dell’unica donna in questo gruppo di martiri, Suor Ascensión de San José, che sarebbe morta dopo un cruento processo a Huéscar, dove nel 1861 era nata.

Questa suora domenicana aveva iniziato il noviziato nel convento domenicano di Huéscar intorno al maggio 1884. La sua vita fu segnata dalla malattia, che sopportò con pazienza e molta pace.

Fu, per molti anni, la tornitrice del convento. Il 4 agosto 1936 le monache si videro costrette a lasciare il loro convento, rifugiandosi nelle case di parenti e persone caritatevoli.

La nuova Beata fu accolta in casa da una nipote fino al febbraio 1937 quando fu arrestata perché portava al collo un crocifisso. A quasi 76 anni subì percosse e bastonate per essersi rifiutata di bestemmiare. La crudeltà della violenza fu tale che la vecchia finì per terra adagiata nel suo sangue.

Il giorno successivo, 17 febbraio, la caricarono su un camion insieme ad altri prigionieri fino ai cancelli del cimitero. Lì fucilarono i detenuti, compreso suo nipote Florencio. Quando ella si rifiutò di nuovo di bestemmiare, le posero la testa su una pietra e con un’altra pietra le schiacciarono il cranio.

I martiri di Almagro

Un folto gruppo di 13 tra i nuovi beati faceva parte del convento di Almagro. All’inizio di luglio 1936 nel convento si trovavano diversi studenti, fratelli cooperatori e genitori. Poco dopo lo scoppio della guerra, il sindaco del paese premeva perché lasciassero il convento, ma quella stessa notte diversi uomini perquisirono il convento in cerca di armi.

Nei giorni successivi le minacce si intensificarono e il 25 luglio i frati cominciarono a lasciare il convento. Su richiesta dell’Ateneo Libertario, che sosteneva che la dispersione dei religiosi era una difficoltà nel tenerli sotto controllo, il sindaco ordinò il loro confinamento dei frati in una casa disabitata, e. il 30 luglio iniziò a rilasciare salvacondotti ai religiosi.

Il provvedimento fu inutile, perché i membri dell’Ateneo Libertario, tutti ragazzi molto giovani scesi dai treni con cui erano arrivati, li presero e li assassinarono in vari luoghi.

Il 13 di agosto anche il resto dei religiosi seguì la via del martirio. Portati alla periferia di Almagro, mentre pregavano, i nuovi beati furono fucilati

I martiri nuovi beati

Ángel Marina Álvarez, sacerdote

Manuel Fernández (Herba), sacerdote 

Natalio Camazón Junquera, sacerdote 

Antonio Trancho Andrés, sacerdote 

Luis Suárez Velasco, sacerdote

Eduardo Sainz Lantarón, sacerdote 

Pedro López Delgado, sacerdote 

Francisco Santos Cadierno, religioso studente

Sebastián Sáinz López, religioso studente

Arsenio de la Viuda Solla, fratello cooperatore

Ovidio Bravo Porras, fratello cooperatore

Dionisio Pérez García, fratello cooperatore

Fernando García de Dios, novizio fratello cooperatore

Antolín Martínez-Santos Ysern, novizio per sacerdozio

Paulino Reoyo García, professo studente

Santiago Aparicio López, professo studente

Ricardo Manuel López y López, professo studente

José Garrido Francés, sacerdote

Justo Vicente Martínez, professo studente

Mateo (Santiago) de Prado Fernández, fratello cooperatore

Juan Aguilar Donis, sacerdote

Tomás Morales Morales, sacerdote

Fernando Grund Jiménez, sacerdote

Fernando de Pablos Fernández, fratello cooperatore

Luis María (Ceferino) Fernández Martínez, fratello cooperatore

Fructuoso Pérez Márquez, secolare domenicano

Suor Ascensión de San José (Isabel Ascensión Sánchez Romero), monaca domenicana

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